Giu 04

Comunali Cabras: a fuoco le auto di un candidato consigliere.

“Non ho mai fatto del male a nessuno e, quindi, non capisco il perché di questo gesto da vigliacchi”.

Così ha dichiarato alla stampa Siro Massa, pescatore di Cabras e candidato alle comunali in programma domenica prossima. anche nel paese lagunare.

Massa è rimasto vittima di un atto intimidatorio durante la notte. Verso le 2 gli sono state incendiate le auto parcheggiate sotto casa, in via Carducci, a Cabras.

“Eravamo tutti nella nostra abitazione – ha detto Massa, sia mia madre, che abita al piano terreno, e la mia famiglia. Prima ho sentito un botto; mi sono affacciato ma non ho visto nulla; sentivo solo un forte odore di carburante. Poi c’è stata un’esplosione e le due auto sono state avvolte dalle fiamme. Non potevamo neppure uscire di casa perché una delle vetture era parcheggiata proprio davanti all’ingresso”.

Sul posto sono subito arrivati i Vigili del fuoco che hanno spento le fiamme e i Carabinieri del paese, che hanno avviato le indagini.

“Le auto non erano assicurate – ha sottolineato Siro Massa -. Io vivo grazie la pesca; adesso vedrò come andare avanti”. Massa, che fa parte del Consorzio pescatori di Cabras, è in lista con il candidato sindaco Antonello Manca. “Non so come interpretare questo il gesto – ha detto ancora Massa -. Nessuno dei candidati nella lista di Manca aveva mai fatto politica, io non ho litigato con nessuno, nemmeno nell’ambiente del Consorzio. Ho presentato denuncia ai Carabinieri e ho dialogato con la Digos. Non riesco a spiegarmi il perchè di un gesto simile”.

“Spero che il gesto non sia collegato all’attività politica – ha detto il candidato sindaco Antonello Manca -. È un gesto bruttissimo; un gesto da vigliacchi nei confronti di un lavoratore e della sua famiglia, che sono persone per bene. Spero non sia riconducibile alle elezioni. Siamo sotto choc. Spero che le Forze dell’ordine riescano a individuare al più presto gli autori”.

E’ arrivato in Sardegna per la prima volta come commissario di Polizia a Orgosolo nei primi anni ’90, quando la piaga dei sequestri di persona era ai massimi livelli. Poi è tornato nella penisola a combattere la camorra da dirigente delle Squadre mobili, prima a Salerno e poi a Napoli. Da oggi, dopo quattro anni da questore vicario a Cagliari, Ferdinando Rossi, 53 anni, di Nocera Inferiore (Salerno), è il nuovo questore di Oristano. “Sono contento di questa assegnazione e di restare in Sardegna”, ha detto presentandosi alla stampa, dopo aver incontrato il prefetto Giuseppe Guetta. ha messo subito in guardia gli oristanesi. “So che quella di Oristano è una realtà tranquilla, ma io non mi fido delle realtà tranquille, e so anche che nell’era della globalizzazione la criminalità organizzata è dappertutto. I posti tranquilli – ha detto il questore – non esistono, qualche problema c’è anche qua, sicuramente, e il fatto di non dover inseguire ogni giorno le emergenze ci consentirà di investigare di fino per risolverlo”. Il neo questore ha poi spiegato che la stella polare che guiderà il suo lavoro sarà il rispetto della legge e dei regolamenti. Concetto ripreso da Ferdinando Rossi quando, inevitabilmente, sono arrivate le domande dei giornalisti sui controlli antidoping per i cavalieri della Sartiglia e dell’Ardia, verifiche che avevano causato un rapporto conflittuale tra il suo predecessore, Giovanni Aliquò, trasferito a Roma, e gran parte della città. Le corse si faranno, ha garantito il nuovo questore, ma le leggi andranno rispettate. “Non mi spaventa niente, se fossi uno che si spaventa per una manifestazione dovrei cambiare mestiere”, ha chiarito Rossi, assicurando che come questore sarà vicino alla gente, “…perché i cittadini sono i nostri maggiori azionisti e noi esistiamo e lavoriamo perché ci sono i cittadini che chiedono il nostro impegno”.

Medici internisti impiegati nella neuroriabilitazione, quindi “in ambiti di competenza specialistica manifestamente differenti”. Con questa motivazione (e non l’unica), il Tribunale del lavoro di Oristano ha bocciato l’organizzazione di un nuovo reparto che l’ospedale di San Martino aveva inaugurato il 12 ottobre 2016, quando la sanità sarda era ancora divisa in Asl e quella di Oristano corrispondeva alla numero 5. A presentare il ricorso erano stati, nel 2017, tre dirigenti medici internisti, che con l’apertura della degenza neuroriabilitativa vennero inseriti d’imperio nella turnazione del nuovo reparto, dalle 20 alle 8. Una turnazione che di fatto diventava doppia, visto che restava in piedi l’obbligo di prestare assistenza, nell’orario diurno – dalle 8 alle 20 -, ai pazienti ricoverati nella Medicina interna. Un anno fa il primo ricorso, con procedimento d’urgenza, affidato all’avvocato del foro di Cagliari, Giacomo Doglio, e subito accolto dal Tribunale di Oristano. Del 23 maggio scorso, invece, l’ordinanza che ha di nuovo dato ragione ai tre dirigenti medici: il collegio giudicante, presieduto da Leopoldo Sciarillo, ha rigettato il reclamo dell’Ats, l’Azienda unica per la tutela della salute che nel frattempo è subentrata alla Asl. L’ordinanza di maggio boccia sull’intera linea la difesa dell’Ats, i cui sette rilievi totali sono stati dichiarati “infondati”. Parallelamente risultano accolti tutti quelli esposti dai tre dirigenti medici attraverso il legale Doglio. Tanto che la Anaao Assomed, il sindacato della categoria, ha diffuso una nota in cui parla di “duro colpo inflitto al bullismo amministrativo”.Con l’ordinanza del 23 maggio viene intanto ribadita l’illegittimità della guardia interdivisionale, qualora non vi sia “alcuna equipollenza o affinità” tra specialità mediche, come la medicina interna e la neuroriabilitazione nel caso del San Martino. Ciò che secondo il collegio giudicante esponeva i pazienti al rischio di essere assistiti da medici privi “delle necessarie competenze professionali”. Dall’Anaao, nel comunicato firmato da Luigi Curreli, delegato aziendale e vicesegretario regionale, hanno scritto: “In pratica l’Ats, per mere esigenze di contenimento della spesa, non ha tenuto conto e ha palesemente equivocato il corretto intendimento delle tabelle ministeriali che regolano le affinità ed equipollenze fra le diverse specializzazioni mediche”. Alla Asl prima e all’Ats poi è stata anche imputata la mancata elaborazione del Documento di valutazione del rischio, attraverso il quale si misura l’effetto del carico del lavoro sui medici, visto che una loro eventuale condizione di stress non può che ripercuotersi sui pazienti. Sul punto il collegio giudicante evidenzia che nel 2017, nella fase del procedimento d’urgenza, la Asl “aveva ammesso la mancata menzione del suddetto documento”, salvo poi ritrattare la posizione nel reclamo dell’Ats, ma sostenendo “apoditticamente che l’attività svolta dai medici assegnati ai turni di guardia e di reperibilità (nella neuroriabilitazione) non comportasse alcun rischio ulteriore e diverso rispetto a quelli inerenti al reparto di provenienza”. Di qui il richiamo del collegio giudicante all’elaborazione, al contrario, di “un procedimento complesso che deve svolgersi con la partecipazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, oltre che del medico competente, nonché con la consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”. Nell’ordinanza è precisato ancora: “La omessa valutazione dei rischi, quindi, fa apparire per ciò solo verosimilmente illegittima la scelta gestoria“, sempre da parte della Asl prima e della Ats poi. Quando a ottobre 2016 al San Martino venne aperto il reparto della degenza neuroriabilitativa, il personale – compresi i medici internisti ricorrenti – venne assegnato con “una copertura” espressamente definita “di carattere temporaneo e provvisorio”. Invece la turnazione “si è protratta oltre i termini connaturati alla dichiarata temporaneità e provvisorietà”, si legge nell’ordinanza. Dal sindacato Anaao Assomed concludono:” Vogliamo vedere la decisione del Tribunale di Oristano come un importante riconoscimento dei valori fondanti della nostra pratica medica che privilegia la qualità delle cure. Troppo spesso rigide considerazioni contabili si ripercuotono negativamente sulla tutela della salute e della stessa vita fisica dei pazienti e degli operatori. È il momento di porre un argine alle scelte dettate da queste improprie scale di valori. La vita e la salute vengono prima di tutto”. (Alessandra Carta, da Sardinia Post).

Dopo anni di chiusura da qualche giorno ha riaperto l’asilo di via Libeccio. Una buona notizia per tante famiglie oristanesi che possono finalmente contare su un servizio di grande utilità per il quartiere e per la città. Termina, dunque, l’esilio forzato nella struttura di via Lanusei dove per quasi sei anni si è potuta garantire la presenza di un nido nel quartiere. La struttura di via Libeccio in futuro potrà ospitare fino a 68 bambini. “Nel corso degli anni sono stati realizzati diversi interventi per la ristrutturazione dell’edificio e per garantirne la piena fruibilità – ha spiegato il sindaco Andrea Lutzu -. I due interventi più rilevanti sono quello da 120 mila euro per la climatizzazione e la sistemazione degli spazi esterni e uno da 535 mila euro per il rifacimento del piano terra, degli interni, dei bagni e degli infissi. I due progetti si sono integrati con opere di ristrutturazione e manutenzione straordinaria, rifacimento delle finiture esterne, sistemazione dei camminamenti esterni e fornitura e posa in opera di una macchina termica in grado di riscaldare la struttura durante il periodo invernale e rinfrescarla durante il periodo estivo”. “L’edifico di via Libeccio era chiuso da quasi sei anni – ha aggiunto l’assessore ai Lavori pubblici Riccardo Meli -. Oggi, con soddisfazione, restituiamo un importante servizio alla città consentendo, nel contempo, alla scuola di via Lanusei di ritornare in pieno alla sua funzione originaria. Il nido di via Libeccio era stato chiuso per lavori di ristrutturazione e adeguamento degli impianti nell’anno scolastico 2011/2012 – ha precisato Meli -. I bambini per più di 5 anni sono stati ospitati nella scuola dell’infanzia di via Lanusei, in una sezione al piano terra, e in spazi dedicati al primo piano, grazie anche alla collaborazione della dirigente scolastica, Pasqualina Saba, che da subito si è resa disponibile a trovare la soluzione più idonea per evitare disagi alle famiglie e per dotare il quartiere del Sacro Cuore di un servizio per la Prima Infanzia. Il nido di via Libeccio in futuro potrà ospitare fino a 68 bambini, di età compresa tra i 3 e i 36 mesi. Si tratta di un nuovo e significativo spazio dedicato alla Prima Infanzia che si aggiunge nella nostra città, a testimonianza dell’attenzione che il comune ha profuso per le famiglie nella cura e nell’educazione dei propri figli”. Nel corso degli anni il comune è intervenuto per il ripristino delle lesioni nelle murature e la sigillatura dei distacchi fra elementi strutturali in calcestruzzo, pareti di tamponatura e solai, il risanamento delle parti della copertura ammalorata, la sistemazione dei pluviali di copertura, l’ampliamento del marciapiede e la realizzazione di rampe di accesso, la realizzazione del pavimento esterno, la sostituzione della vecchia centrale termica in grado di riscaldare il fabbricato durante il periodo invernale e rinfrescarlo durante il periodo estivo e, infine, nella sistemazione del giardino. L’asilo di via Libeccio è stato realizzato nei primi anni ’80 ed è costituito da un corpo di fabbrica organizzato su due livelli (piano terra e primo) per una superficie complessiva di circa 780 metri quadrati, oltre ad un giardino di circa 1600 metri quadrati. Il giardino, che circonda la struttura sui quattro lati, viene utilizzato per l’attività ludico-educativa dei bambini ed è adeguatamente protetto dall’esterno grazie alla presenza della recinzione e di numerose essenze arboree.

A palazzo Campus Colonna apre lo sportello lavoro. Il nuovo servizio, frutto della collaborazione tra il comune di Oristano e la Fondazione lavoro per i consulenti, sarà operativo dal 7 giugno. Un consulente del lavoro sarà a disposizione, gratuitamente, dei cittadini per fornire ogni informazione utile a favorire l’occupazione. Martedì 5 giugno, alle 11, nella sala giunta del comune di Oristano, il sindaco Andre Lutzu, l’assessore alla Programmazione Massimiliano Sanna e Miriam Carboni, presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro e delegata della Fondazione Lavoro per i consulenti, presenteranno il nuovo servizio nel corso di una conferenza stampa.

L’associazione culturale “Morsi d’arte”, la casa di reclusione “Salvatore Soro” di Massama, il museo “Antiquarium Arborense”, giovedì 14 giugno, alle 16, presso la casa di reclusione di Massama, presenteranno “Goya, il segreto calligrafico”, due opere di Francisco Goya che verranno mostrate in anteprima ai detenuti. Le due opere, successivamente, saranno visibili al pubblico presso l’Antiquarium Arborense di Oristano.

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