Mag 26

Assemblea regionale Pd: tensione e scontri in un partito senza futuro.

Che il Pd, anche in Sardegna, sia un partito ridotto ai minimi termini e allo sbando totale lo sanno anche le pietre.

Così com’è risaputo di quanto sia marcata e insanabile la frattura tra le varie correnti del partito, che proseguono da tempo la lotta fratricida nella speranza di gestire il potere e, di conseguenza, affari e poltrone (anche se, vista la china, il Pd dovrà prepararsi a lustri di opposizione e  di vacche magre. ndr).

La litigiosità tra le componenti principali che fanno capo a Cabras, Soru e Manca, hanno allontanato, e stanno allontanando sempre di più, gli elettori dal Partito democratico, e la recente, prevedibile batosta elettorale ne è stata la conferma. Batosta che, come abbiamo ribadito più volte, non deve aver insegnato nulla all’attuale, modesta classe dirigente dem, considerato che mentre le idee latitano, protervia e rissosità continuano ad imperare come se niente fosse successo.

Da qualche tempo a questa parte, in tutte le riunioni del Pd la tensione si taglia a fette, e l’ultima assemblea regionale non ha fatto eccezione. Poco prima che venissero aggiornati i lavori, quando sembrava che nessuno volesse intervenire, ad accendere la miccia ci ha pensato l’ex segretario Renato Soru. “Chi esce ora celebra il funerale di questo partito”, ha detto l’europarlamentare riferendosi a chi, nel frattempo, stava lasciando la sala del Centro congressi Losa, ad Abbasanta. Poi, rivolgendosi al presidente del consiglio regionale, Gianfranco Ganau, Soru ha detto: “E’ assurdo che tu non abbia nulla da dire, ti ha eletto questa assemblea”.

“La devi smettere – ha replicato Ganau -. Sono stato chiamato in causa in modo irrituale e volgare, per me l’assemblea era chiusa”. Ganau ha poi ribadito di essere contrario “…a congressi nell’immediatezza (così come richiesto da Soru. ndr). Dobbiamo, invece, discutere dei temi della Sardegna, a partire dall’insularità, per essere credibili e costruire una coalizione. Il Partito dei Sardi, per esempio – ha proseguito Ganau – esprime posizioni identitarie condivisibili, quindi sono contrario a qualsiasi veto. E questo lo dico soprattutto a Soru (l’ex presidente della Regione vede Maninchedda come il fumo negli occhi ed è contrarissimo a una allenza col PdS. ndr). Quanto al presente, ora serve una soluzione unitaria che governi il partito da qui alle elezioni regionali, senza aprire la fase congressuale che servirebbe solo a contarci”.

Prima di Soru e Ganau, il segretario regionale, Giuseppe Luigi Cucca, aveva sottolineato, ancora una volta, quanto fosse “…necessario aprire un tavolo con il compito di individuare, al più presto, un segretario condiviso, poi sono pronto a rassegnare immediatamente le mie dimissioni. Non prima, in quanto le mie dimissioni ora costituirebbero un passo nel buio e questo non mi pare sia fare l’interesse del partito”.

La prima a intervenire all’assemblea regionale era stata invece Dolores Lai, che subito dopo il 4 marzo aveva manifestato la volontà di candidarsi alla segreteria per il dopo Cucca. “Stiamo dando – ha detto Dolores Lai – un segnale terribile alla Sardegna, di confusione, smarrimento e incapacità di metabolizzare la sconfitta”. Dopo di lei Silvio Lai ha rilanciato la sua idea di ricorrere all’articolo 13 dello statuto per costituire un Pd sardo federato con quello nazionale.

Tirando le somme, un’altra assemblea terminata con un nulla di fatto che, oltre al consueto parlarsi addosso, non ha portato alcunchè alla discussione e ha evidenziato come il Pd sardo, dove continua a regnare la massima confusione, sia apparso un partito in caduta libera e senza futuro.

Sit-in dei militanti di CasaPound davanti all’ospedale di Oristano, per protestare contro i tagli alla sanità. “I problemi esistono fin al 2014 – ha detto Fabio Corrias, responsabile regionale di CasaPound – ma, a quanto pare, non si riesce a trovare una soluzione tra chi alla Regione promette il dimensionamento del personale con nuove assunzioni e chi in comune denuncia il collasso di molti reparti, che tra carenze di organico e tagli della spesa, non appaiono più in grado di garantire l’efficacia dei servizi erogati, ricadendo quindi sul diritto alla salute dei cittadini. Abbiamo casi di rivolta di medici – ha proseguito Corrias – per la mancanza di organico, che incide sul rischio di non riuscire a coprire i turni di lavoro; chiusura della Clinica del Rimedio e sospensione dei piani terapeutici per chi soffre di diabete, trovandosi abbandonato a se stesso nella speranza che venga messo in lista per essere indirizzato in ambulatori dedicati; forte disagio è stato denunciato nei reparti di oncologia, oncoematologia, pediatria, medicina, nefrologia, chirurgia, radiologia, pronto soccorso e laboratorio analisi. Ma il più eclatante riguarda il reparto di cardiologia, dove gli infartuati possono essere trattati solo dalle 8 alle 14, mentre nelle altre fasce orarie occorre andare altrove. CasaPound – ha concluso Fabio Corrias – è da sempre schierata per la difesa dei diritti dei più deboli e, a differenza di chi parla solamente, noi le barricate le faremo sul serio. Pertanto, chiediamo che si arrivi a una conclusione idonea per la salvaguardia della salute dei cittadini oristanesi”.

Un automobilista di Gonnoscodina, Daniele Frau, 36 anni, è morto in un incidente stradale avvenuto nei pressi di Simala, lungo la strada provinciale 46. Frau era alla guida della sua Panda, che prima ha sbandato e poi è uscita fuoristrada, finendo in una scarpata. Il giovane è stato sbalzato dall’auto ed è morto praticamente sul colpo. Sul luogo dell’incidente, assieme ai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Oristano e del distaccamento di Ales e ai Carabinieri della Compagnia di Mogoro, è intervenuta anche una ambulanza del 118 ma ormai per Daniele Frau non c’era più nulla da fare.

Il migliore Liceo musicale d’Italia è il “Benedetto Croce” di Oristano. I primi posti assoluti, le medaglie d’oro nelle singole categorie e i tanti piazzamenti hanno proiettato l’istituto oristanese in cima alla classifica nella terza edizione del concorso “Scuole in musica”, a Verona. Un vero e proprio campionato nazionale: 4.123 partecipanti da 15 regioni d’Italia sul palco del Palazzo della Gran Guardia, con la partecipazione di scuole medie e superiori. “È stato un grande lavoro di squadra – ha detto la docente di musica d’insieme e di canto, Fenisia Erdas –; siamo dieci insegnanti che hanno lavorato sempre a stretto contatto. È stato un percorso lungo e faticoso, ma i ragazzi sono riusciti a portare a casa questo prezioso riconoscimento”. Gli studenti hanno festeggiato ricantando in pullman e in albergo (questa volta senza la tensione dell’esibizione ufficiale) i motivi che li hanno portati al successo sul prestigioso palco di Verona. Grande soddisfazione anche del dirigente scolastico, Salvatore Maresca. Anche perché il suo liceo ha vinto un po’ dappertutto. I successi assoluti sono andati al coro, a Jenia Olivo (pianoforte) e a Raffaele Cocco (percussioni). Ma il “Benedetto Croce” ha preso la medaglia d’oro anche con due orchestre, con il quartetto di percussioni, e con gli exploit della flautista Claudia Columbu e della clarinettista Simona Manca. In più tanti secondi e terzi premi. Tra i protagonisti Raffaele Cocco, 16 anni, solista di percussioni. Ha incantato pubblico ed esperti con il Preludio numero uno di Ney Rosario. “Nonostante non mi sia potuto esercitare molto con l’acustica – ha detto Cocco – e nonostante la marimba non fosse delle migliori, mi sono subito reso conto della buona esecuzione del brano e sono contento di avere convinto la giuria. E, inoltre, c’è anche un piccolo particolare: mi sono esibito con il crociato rotto”. (Ansa).

L’Uni3, Università delle tre età di Oristano, martedì 29 maggio, alle 18.30, presso l’Auditorium di San Domenico, chiuderà l’anno accademico 2017/18 con uno spettacolo intitolato “Cuore, respiro, parole” che, come recita il sottotitolo, tenterà “un breve viaggio all’origine della comunicazione”. Il primo ritmo è dentro di noi: è il battito del nostro cuore. E su questo ritmo il respiro si modula in suoni distinti che pian piano possono diventare parole. In questo spettacolo Gavino Murgia (uno dei più sensibili musicisti viventi; vertiginoso sperimentatore di suoni e di suggestioni) sarà “cuore e respiro”, mentre Nino Nonnis (scrittore non allineato con le ululanti prediche letterarie nostrane ma – orrore, orrore! – dedito a una affabulazione serena e sorridente), sarà “parole”. La serata sarà introdotta da Mariano Musu, presidente dell’Uni3. Condurrà l’incontro Filippo Martinez, che in questo spettacolo vede la perfetta conclusione del suo corso di poesia contemporanea. La guest star sarà il “tumbarino” Gavino Buttu. L’ingresso è libero.

 

7 comments

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    • Francesco on 27 maggio 2018 at 11:38
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    Renzi è riuscito nell’impresa: trasformare il Pd da partito in barzelletta.

    • sax on 27 maggio 2018 at 11:53
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    con i vecchi marpioni che fanno il bello e il cattivo tempo, la situazione del pd in sardegna è drammatica. se i giovani del pd non faranno una rivoluzione mandando via questi vecchi frilli a calci in c… il pd è destinato a scomparire.

    • Molentargius on 27 maggio 2018 at 14:04
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    Soru che litiga con chiunque gli capiti a tiro, Cucca che non vuole lasciare la poltrona di segretario, Cabras che continua a muovere le sue marionette, Manca che addirittura pretende di avere voce in capitolo, Lai e Marroccu che hanno ancora il coraggio di parlare… Che casino! Eh sì, il Pd è davvero alla canna del gas!

    • Vincenzo on 27 maggio 2018 at 15:11
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    Sono un ex simpatizzante del Pd che si è allontanato dal partito a causa della politica di destra di Renzi. Ritengo che Renzi sia uno dei peggiori politici della storia della Repubblica e i risultati catastrofici che è riuscito a raggiungere dimostrano la veridicità della mia tesi. Anche da noi in Sardegna non avendo il centrosinistra politici di spessore, qualche genio del Pd vuole incautamente proporre il “coerente” Maninchedda alla guida della Regione. Perdere per perdere, devono aver pensato al Pd, meglio che si perda con un esterno debole come Maninchedda sul quale far ricadere la colpa della sconfitta che con uno dei nostri. Bisognerebbe chiedere a Soru che cosa ne pensa, anche se tra Maninchedda e Soru in caso di primarie non ci sarebbe partita. Soru vincerebbe a mani basse.

    • Giambattista on 27 maggio 2018 at 20:06
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    Dopo l’estate si ritornerà a votare e il Pd uscirà definitivamente di scena.

    • Grillino forever on 27 maggio 2018 at 21:30
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    Quello che ha fatto Mattarella è sconcertante, ma se il Presidente pensa di fermare così 11 milioni di italiani che hanno votato il M5Stelle si sbaglia di grosso. Alle prossome politiche supereremo il 40%!

    • Oristanese anti Pd on 27 maggio 2018 at 22:13
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    Il PD è veramente in caduta libera. A Roma Renzi e C. sono stati ridotti ai minimi termini, alla Regione praticamente non esiste perchè i suoi rappresentanti sono di una mediocrità disarmante, a Oristano è in coma da molto. Ora non resta che aspettare le nuove elezioni poliche e regionali per dargli il colpo finale.

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