Mag 24

Su Componidori Antonio Giandolfi accusato di oltraggio a pubblico ufficiale.

La Procura della Repubblica di Oristano ha concluso l’inchiesta per oltraggio a pubblico ufficiale, aperta ai primi di marzo, nei confronti del capocorsa della Sartiglia organizzata dal Gremio dei Contadini, Antonio Giandolfi.

Il cavaliere è accusato di aver offeso il questore uscente, Giovanni Aliquò. Così come anticipato da “La Nuova Sardegna”, i fatti contestati si riferiscono all’11 febbraio scorso, durante lo svolgimento della giostra equestre.

Indispettito per l’invadenza dei controlli antidoping che gli stavano impedendo di svolgere il suo ruolo di Componidori in uno dei momenti più delicati della giostra, quello della consegna della spada per la corsa alla stella, Antonio Giandolfi avrebbe rivolto al questore, in luogo pubblico e alla presenza di più persone, parole offensive che poi sono finite nei rapporti inviati dalla Polizia alla Procura della Repubblica.

In caso di rinvio a giudizio e di condanna, Giandolfi rischia fino a tre anni di reclusione.

Quella che riguarda su Componidori del Gremio dei Contadini è solo una delle inchieste avviate dalla Procura della Repubblica e seguite dal procuratore, Ezio Domenico Basso, all’indomani della edizione 2018 della Sartiglia.

Altri cinque cavalieri, tra i quali su Cumponidori dei Falegnami, Andrea Solinas, sono accusati di interruzione di pubblico servizio, per aver ostacolato i controlli antidoping eseguiti al termine della pariglie della Sartiglia di martedì 13 febbraio. Altri nove cavalieri, più il presidente della loro associazione e il vicepresidente della Fondazione Sa Sartiglia sono, invece, accusati di sostituzione di persona in occasione dei controlli antidoping disposti dalla Questura. A chiudere il cerchio, le indagini sulla presunta “talpa” in Procura, riportata da “La Nuova Sardegna” in questi giorni.

Era molto legato alla Sardegna e ogni anno tornava sull’Isola per trascorrere le vacanza a Bosa”. Lo ha raccontato al Tg di Videolina, Matteo Madau, il cugino di Roberto, il macchinista di 61 anni, di origini sarde, morto nell’incidente ferroviario a Caluso (Torino), sulla linea Chivasso-Aosta. Nato in Piemonte e residente a Ivrea, la vittima aveva ancora forti legami con la terra dei genitori. “Ogni anno rientrava per fare qui le ferie – ha ricordato il cugino -; affittava una casa a Bosa con il papà (che è di Lunamatrona) e la sorella. “Adorava il suo lavoro – ha sottolineato Matteo Madau – ed era sempre pronto ad aiutare tutti: tante volte si fermava qualche secondo in più per far salire le persone che arrivavano all’ultimo momento. La sua scomparsa così improvvisa è un grande lutto per tutta la famiglia, una tragedia che non si può descrivere”.

Venerdì 25 maggio, alle 9, partirà da piazza Eleonora l’impresa di Mauro Abbate, l’atleta oristanese che punta a entrare nel guinness dei primati raggiungendo Capo Nord in 100 giorni con il triathlon più lungo del mondo: bicicletta, nuoto e corsa. Il comune di Oristano, attraverso l’assessorato allo Sport, ha voluto offrire il patrocinio all’impresa di Abbate, e per questo motivo ha organizzato un evento pubblico con il coinvolgimento delle scolaresche e sportivi locali. Abbate partirà dalla scalinata di palazzo degli Scolopi, dove il sindaco Andrea Lutzu e l’assessore allo Sport Francesco Pinna gli daranno gli auguri della città. Accompagnato dai biker e dai runner locali, Abate percorrerà in bicicletta le vie del centro storico, scortato dagli agenti della Polizia locale, per poi proseguire alla volta di Cagliari, dove si imbarcherà per la Sicilia, prima tappa del suo tentativo. Da Oristano a Capo Nord percorrerà circa 7500 chilometri: 5.900 in bici, 220 a nuoto nelle acque del Mar di Norvegia, e 1.400 chilometri di corsa fino al Circolo polare artico. Mauro Abbate è un informatico oristanese di 30 anni, che da mesi si sta preparando per la nuova avventura. Ad assisterlo, durante la prova di nuoto nel Mar della Norvegia, i genitori con un camper dove potrà ristorarsi, riposare e riscaldarsi. Sarà presente anche una barca d’appoggio. Nell’aula magna dell’Istituto Mossa, insieme al consigliere comunale Lorenzo Pusceddu e ai rappresentanti della Consulta studentesca provinciale e a quelli dell’Ufficio scolastico provinciale, Abbate ha presentato il suo tentativo di primato.

4 comments

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    • drastico on 25 maggio 2018 at 7:16
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    caro pig, su quello che è successo durante e dopo la sartiglia ne sto sentendo di tutti i colori. c’è chi giustamente si è indignato per l’invasione di campo del questore, secondo me oltre le sue competenze, e chi lo difende sostenendo che ad essere in difetto sono i cavalieri. oggi ho letto sulla nuova sardegna un articolo dove qualche cittadino si lamenta perché la città non avrebbe preso le distanze dai cavalieri indagati. per me è una assurdità, perché non capisco che distanze dovesse prendere la città da una decina di cavalieri quando c’è ne sono stati 110 che si sono comportati in maniera corretta. la questura deve sapere comunque che tutto il caos che si è creato attorno alla sartiglia non distoglie l’attenzione degli oristanesi dal fatto che oristano non è per niente una città tranquilla e sicura come invece si vorrebbe far credere.

    • Giovanni on 25 maggio 2018 at 8:33
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    Se i Cavalieri hanno commesso dei reati, dopo che saranno giudicati e se saranno condannati pagheranno quello che devono pagare, come avviene per tutti i cittadini. Ma che si scrivano pagine e pagine sui Cavalieri come se fossero dei delinquenti incalliti mi sembra esagerato. Che poi si voglia portare come esempio di quello che pensa la città il pensiero di un solo cittadino contario ai cavalieri mi sembra fuorviante e poco serio!

    • Salvatore M. on 25 maggio 2018 at 9:00
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    Oristano ama la Sartiglia e molto meno i sartiglianti. Tutto per colpa di pochi cavalieri maleducati e montati che nel periodo della Sartiglia non rispettano nè il codice della strada nè le norme di una civile convivenza perché si sentono i padroni del mondo e che mandano a quel paese il questore o che si sostituiscono ad altri per l’antidiping. Per questo peró non bisogna demonizzare tutti i cavalieri, perché quelli che sono nell’occhio del ciclone sono una minoranza. Tra di loro ci sono tante persone che prendono parte alla Sartiglia da anni e anni e si sono sempre comportanti correttamente. È chiaro che i cavalieri sotto inchiesta fanno più notizia ma da qui a farli passare per lestofanti c’è ne passa e offende – a favore o contro i cavalieri che siano -l’intelligenza di tutti gli oristanesi.

    • Dino on 25 maggio 2018 at 12:59
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    Neanche a me che sono Oristanese da generazioni i sartiglianti, soprattutto quelli delle nuove generazioni, sono simpatici. Ma non mi è simpatico neppure il Questore. Prima hanno citato le dichiarazioni di un familiare anonimo di un cavaliere della Sartiglia che ho letto stamattina su La Nuova sardegna, che ha dichiarato che Oristano dovrebbe svegliarsi e guardare in faccia la realtà perché alcuni cavalieri non meritano la stima degli oristanesi. Ha detto bene: “alcuni”, ma per fortuna in democrazia conta sempre la maggioranza… e allora come la mettiamo? Sul Questore basta leggere sempre su La Nuova cosa ne pensano i Sindacati e poi ne discutiamo…

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