Apr 06

Città europea dello sport: Oristano allo sprint finale. Ma questo “premio” a che cosa serve?

Appuntamento importante per tutte le società sportive oristanesi, venerdì 13 aprile, alle 16, nella sala consiliare del palazzo degli Scolopi, in piazza Elenonora, a Oristano.

L’assessore comunale allo Sport, Francesco Pinna, in collaborazione con la delegazione provinciale del Coni, ha programmato un’assemblea pubblica in vista della fase decisiva dell’assegnazione del titolo di “Città europea dello sport”, per avere entro il 30 aprile un cartellone unico delle manifestazioni sportive che si terranno in città nel 2018 e nel 2019.

“Tutte le società e le federazioni sportive, ma anche Cip, scuola, enti di promozione e associazioni di volontariato, sono invitati a partecipare – ha affermato l’assessore Pinna -. Il nostro primo compito è avere un quadro completo e dettagliato delle manifestazioni che le società intendono organizzare nei prossimi mesi, ma intendiamo, soprattutto, mettere a confronto i dirigenti sportivi oristanesi sulle iniziative da adottare per farci trovare preparati all’importante appuntamento per l’assegnazione del titolo di “Città europea dello sport 2019”.

Ad assegnare il titolo sarà Aces Europe (la Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport), un’associazione non profit con sede a Bruxelles. L’assegnazione dei riconoscimenti avviene secondo i principi di responsabilità e di etica, nella consapevolezza che lo sport è un fattore di integrazione nella società, il miglioramento della qualità della vita e la salute di chi lo pratica. Oristano arriva alla fase finale con altre tre città: Mantova, Livorno e Vercelli.

“Siamo impegnati a rendere pienamente sicure e fruibili le nostre strutture sportive e al contempo favorirne una corretta e produttiva gestione – hanno spiegato il sindaco Andrea Lutzu e l’assessore Francesco Pinna -. Il Centro sportivo di Sa Rodia, con l’impianto federale gestito dalla Figc, la nuova piscina e il nuovo Palasport sono destinati a diventare il cuore pulsante delle molteplici attività che saranno realizzate nei prossimi mesi. Comune, Coni, Federazioni e società sportive adesso devono iniziare un percorso condiviso per dare valore alla candidatura”.

“Abbiamo già raccolto un buon numero di manifestazioni, anche di livello internazionale, che si svolgeranno nel 2018 – ha proseguito Francesco Pinna -. L’obiettivo è istituire una cabina di regia, operativa presso il comune, composta dalle più importanti istituzioni del territorio che a vario titolo si occupano di sport, con l’intento di offrire servizi, agevolazioni e sostegno organizzativo per la piena riuscita degli eventi che si terranno nel 2018 e nel 2019. Sarà una struttura che potrà continuare ad operare anche successivamente e di cui trarrà beneficio l’intera città”.

Volendo chiarire, soprattutto a me stesso, cosa fosse il premio “Città europea dello sport”, ho cercato su internet e, sintetizzando al massimo, ho trovato che il riconoscimento non è affatto concesso dalla Comunità Europea, come la dicitura “Città europea dello sport” potrebbe far sembrare, ma viene concesso da una associazione privata, come già detto nell’articolo precedente. Il riconoscimento, però,  “…non porta alcun contributo in denaro a favore della città o delle società sportive e dei loro progetti, ed è semplicemente un titolo onorifico concesso da una associazione (Aces) a una giunta comunale che asserisce di meritarselo”. Sempre navigando su internet ho trovato anche che, secondo alcuni, “…il titolo viene concesso in pratica a tutte le città che compilano bene i moduli di richiesta”. Non so se questo sia vero o meno, ma non bisogna, certamente fare confusione, perchè il premio (è bene ribadirlo)  “…non viene consegnato dal Parlamento Europeo, ma nel Parlamento Europeo, a Bruxelles, che è una cosa ben diversa”. Si sostiene, inoltre, che dopo l’assegnazione di questo “prestigioso titolo” (sic!) si dovrà inviare, a spese del Comune, una delegazione a Bruxelles a ritirare il “trofeo”. Ma non finisce qui, visto che “…il Comune dovrà organizzare una cerimonia di presentazione e apertura delle attività, alla presenza dei rappresentanti Aces, a spese del Comune; organizzare, probabilmente a spese delle società sportive, eventi sportivi di grande rilevanza (internazionale, nazionale, regionale, locale), a cui dovranno presenziare, sempre a spese del Comune, i rappresentanti Aces; organizzare, naturalmente a spese del Comune, un evento di valore sportivo e culturale europeo, a cui dovranno essere invitate le rappresentanze di tutte le amministrazioni comunali che hanno conseguito i riconoscimenti Aces”. Chi critica questo premio ritiene che sia verosimile che il Comune debba poi ricambiare la visita, partecipando a tutti gli eventi organizzati dalle altre città vincitrici. In conclusione, in un periodo di vacche magre per le amministrazioni comunali, se quanto si legge su internet corrisponde a verità, considerato che questo “prestigioso riconoscimento” comporterà solo spese, non riusciamo a capire a che cosa serva, se non a buttare preziose risorse per la comunità fuori dalla finestra. Tra i circa 20 mila euro, o giù di lì, spesi inutilmente per la manifestazione delle “scarpette rosse” e premi che, pergamena a parte, portano alla città solo uno spreco di risorse in cambio di una visibilità  fasulla e di poca durata, una maggiore oculatezza su come impiegare i soldi pubblici non guasterebbe.

“L’Associazione regionale ex esposti amianto critica fortemente l’immobilismo e il silenzio assordante delle istituzioni in materia di tutela e difesa dell’ambiente dal rischio di esposizione amianto”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Associazione, Giampaolo Lilliu, che ha presentato l’ennesimo esposto alla Procura della Repubblica di Oristano, per ricordare le innumerevoli segnalazioni presentate dall’Associazione ex esposti amianto che non hanno trovato risposte soddisfacenti. Lilliu nell’esposto ha sottolineato le più importanti: la scuola media “Grazia Deledda”, in via Santu Lussurgiu, a Oristano, interamente realizzata con manufatti in cemento amianto, unica delle poche scuole in amianto presenti in Italia. Abbarossa, nel litorale di Santa Giusta; la marina di Torregrande a Oristano; Funtana Meiga , Torre Seu e San Giovanni nella Penisola del Sinis, tutti casi in cui la presenza di amianto è stata certificata dal dipartimento Arpas; la periferia di Oristano, dove è stata riscontrata la presenza di amianto in località “Is Pastureddas”, “Pasturas Manna” e “Sa Lugianas nella frazione di Silì. E ancora, i lavori nella strada statale 388 del Mandrolisai, nel tratto Oristano – Simaxis, per la realizzazione di un cavalcaferrovia su appalto della Rfi; lavori che sono attualmente sospesi per ritrovamento di amianto, e non solo, nell’area del cantiere. Per quest’ultimo caso, nell’esposto alla Procura, l’Associazione ex esposti amianto ha fatto notare come già nel lontano 1995 fosse stata segnalata la presenza di una discarica di amianto nella zona. E, infine, la Ce.Ma Sarda e la Sardit, i due “…stabilimenti della morte che producevano cemento-amianto presenti sul territorio, che negli anni hanno causato decine di morti, con le famiglie delle vittime che ad oggi attendono ancora giustizia”. “Attendiamo da anni – ha sostenuto Giampaolo Lilliu nella nota – di conoscere se i due siti siano stati oggetto di bonifica e se l’area sia stata messa in sicurezza”. Secondo Lilliu la cosa non è avvenuta, visto che ci sono stati alcuni decessi, imputabili a esposizione ambientale all’amianto, di cittadini residenti nei territori limitrofi a queste due aree”. L’Associazione ha poi sottolineato come, col sopraggiungere della stagione estiva, la situazione di degrado in cui si trovano i litorali del Sinis e di Oristano, costituisca un grave pericolo per la salute dei cittadini. “Nonostante ci fossero le risorse a disposizione già dal dicembre del 2014 – ha scritto ancora Lilliu -, non c’è stato nessun intervento di bonifica e messa in sicurezza delle spiagge. Non è più sufficiente, infatti, promuovere iniziative di giornate ecologiche, certamente utili, ma che, a nostro avviso, sono servite solo a mascherare l’incapacità delle amministrazioni a intervenire realmente per sanare il territorio”. Lilliu ha, inoltre, ricordato l’ultima denuncia dell’Associazione, relativa all’area protetta di Torre Seu, avvenuta in concomitanza con il “Cammino delle 100 torri “. “Sono stati tantissimi – ha sostenuto Lilliu – i cittadini che hanno apprezzato l’azione della nostra Associazione ma, nonostante ciò, ad oggi siamo ancora in attesa di una risposta da parte dell’amministrazione comunale di Cabras”. L’Associazione ex esposti amianto, proseguendo nell’iniziativa “Bandiera Nera”, istituita nel 2016, quest’anno ha consegnato il “riconoscimento” ai litorali della penisola del Sinis, Abbarossa e Torregrande. La motivazione del poco ambito titolo di “Bandiera Nera” è stata “…l’indifferenza dell’azione delle amministrazioni locali, su un tema importantissimo quale quello del diritto alla salute e della tutela dell’ambiente, che sono chiamate a difendere”.

“Accusati e rinviati a giudizio per resistenza a pubblico ufficiale, lunedì 9 aprile verranno processati due militanti di Sardigna Natzione, per essersi opposti, pacificamente, a coloro che con le divise della legge stavano togliendo ai poveri per dare ai ricchi, togliendo i beni e la serenità alla famiglia Spanu, ad Arborea, per arricchire uno speculatore che approfitta della malasorte delle aziende messe in crisi da un sistema vessatorio che non da scampo”. Lo ha detto Bustianu Cumpostu, leader di Sardigna Natzione, in riferimento alle chiamate a giudizio di due militanti del movimento indipendentista, Zoe Aramu e Piero Argiolas, che, a dire di Cumpostu, “…tentavano pacificamente di manifestare contro l’arresto di Efisio Lubrano, anche lui militante di Sardigna Natzione, cercando di ritardare il transito della volante della polizia nella quale avevano caricato l’arrestato. Questa chiamata a giudizio è una vera vergogna per l’apparato giudiziario dello Stato – ha proseguito Cumpostu –, di uno Stato che vuole togliere anche la speranza a chi, vedendo crollare la propria azienda e la propria vita, sperava sul sacrificio e sulla solidarietà di persone, pensati forse come angeli custodi, pronte ad alzarsi alle 5 del mattino per presidiare e custodire il futuro delle tante famiglie Spanu e dell’unica risorsa per sostenerle. Sardigna Natzione, che ha propri militanti tra i denunciati e chiamati a giudizio, non si farà intimidire e porterà la sua battaglia nelle aule giudiziarie. Ogni udienza sarà un giorno di vergogna per l’apparato “ingiustiziario” dello Stato. Non solo chiederemo che i rinviati a giudizio siano dichiarati pienamente innocenti, ma che venga loro riconosciuto di aver agito a fin di bene e di giustizia, in protezione di una famiglia che quel giorno veniva espropriata dei beni e della dignità, e che venga riconosciuto loro di aver tolto tempo alle proprie famiglie e al proprio lavoro per dare conforto e speranza a chi non può sperare sulla legge e sulla giustizia dello Stato vessatore. La solidarietà di Sardigna Natzione – ha detto ancora Bastianu Cumpostu – sarà fattiva non solo per i propri militanti, ma per tutti i denunciati, che nulla di illegale hanno fatto, se non avere resistito passivamente e avere chiesto a gran voce che quella spoliazione vergognosa finisse”. Chi ha emesso le denunce e i rinvii a giudizio ha commesso una gravissima ingiustizia, non solo morale, perchè non ha capito che siamo tutti, compresi loro, vittime di un meccanismo infernale che mette tutti contro tutti, pur condividendo la stessa idea del “giusto”. E giusto sarebbe stato – ha concluso Cumpostu – prendere atto del contesto in cui si è consumato “su isrobu” alla famiglia Spanu, ed evitare di alimentare il meccanismo infernale con denunce e atti giudiziari, che chiamano a decidere su una giustizia che giustizia non è. La resistenza di Zoe e Piero, e anche dell’altro rinviato a giudizio, Vincenzo Bodano, è stata assolutamente passiva e abbiamo anche le prove filmate”. (www.cagliaripad.it).

Nonostante fosse stata ristruttura da pochissimo tempo, nella scuola elementare di via Bellini, a Oristano, il soffitto di una classe al primo piano ha ceduto e calcinacci e intonaco sono caduti sui banchi. Per fortuna non è successo niente perchè le scuole erano chiuse per le vacanze Pasquali. Ci si è accorti dell’accaduto, infatti, soltanto alla riapertura delle scuole. Il dirigente scolastico, Alessandro Cortese, ha subito disposto la chiusura di alcune classi e trasferito gli alunni al piano terra. Sul posto ha effettuato un sopralluogo anche personale dell’Ufficio tecnico comunale, per stabilire quali interventi siano necessari per mettere in sicurezza la scuola.

Il comune di Oristano ha disposto un intervento di diserbo dalle erbe infestanti lungo i viali del cimitero San Pietro. L’intervento sarà realizzato dalla Oristano Servizi Comunali nella settimana dal 9 al 13 aprile, dalle 17 alle 20. Per motivi di sicurezza, durante l’esecuzione del trattamento, sarà vietato l’ingresso degli utenti e, pertanto, il cimitero seguirà i seguenti nuovi orari di chiusura: dal 1° al 6° recinto, dal lunedì 9 a giovedì 12 aprile, chiusura alle 17; 7° recinto, venerdì 13 aprile, chiusura alle 17. L’ingresso di animali domestici sarà vietato dal 10 al 14 aprile. Il prodotto che verrà utilizzato è a base di Gliphosate, prodotto autorizzato dal Ministero della Salute.

Giovedì 3 maggio, con inizio alle ore 9 e conclusione alle 13, presso la sala corsi del Centro di Spiritualità “Nostra Signora del Rimedio”, in via Oristano 8 (subito dopo la Cantina sociale), a Donigala Fenughedu, si terrà una nuova edizione del “Corso di Primo Soccorso Pediatrico” per genitori, nonni ed operatori. Lo stesso verrà replicato in edizione pomeridiana dalle 14 alle 18, per coloro che sono impossibilitati la mattina. Ecco alcuni dei temi trattati: Posizionare la vittima, la chiamata di emergenza, le tecniche di rianimazione cardio-polmonare nel lattante e nel bambino, annegamento e folgorazione, ostruzione della via aerea da corpo estraneo, crisi asmatica, crisi convulsiva, anafilassi: punture di insetti. Primo Soccorso nel trauma: distorsioni e fratture, ferite, morsicature, emorragie esterne post-traumatiche e tamponamento emorragico, colpo di calore, ipotermia ed ustioni, intossicazioni. Tra i diciotto manichini “lattante” e “bambino” saranno disponibili i più recenti ed innovativi manichini per i corsi pediatrici dotati di monitor che indicano la correttezza di alcune delle manovre. Al termine del corso viene rilasciato l’attestato di partecipazione numerato valido ai fini concorsuali pubblici. L’Università degli Studi di Sassari ha valutato come importante l’evento formativo riconoscendo per gli studenti del corso di Laurea di Infermieristica n. 0,5 CFU per corso seguito, per gli studenti del corso di Laurea di Medicina n. 0,4 CFU. Il docente del corso è il dottor Sergio Rassu che ha una esperienza quarantennale, in particolare nel settore dell’emergenza, avendo lavorato presso il Pronto Soccorso di Sassari per venti anni, è stato chiamato nel 2000 a dirigere il Pronto Soccorso e l’Osservazione Breve Intensiva del Presidio Ospedaliero di Ozieri e nel 2010 è stato richiamato per dirigere il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza del Presidio Ospedaliero di Sassari, sino al 2015. Attualmente è impegnato nella realizzazione di un progetto formativo di medici ed infermieri di un importante ospedale, nella provincia dello Yunnan in Cina, che conta 1.800 posti letto, 48 reparti e oltre 2.250 dipendenti.

10 comments

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    • Sportivo on 6 aprile 2018 at 15:37
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    Oristano città dello sport? Ma avete visto in che condizioni sono le strutture sportive? Boh! Po’ caridadi!

    • Giuseppe on 6 aprile 2018 at 16:08
    • Rispondi

    Non parliamo di piscina, per favore. Per incentivare la pratica dello sport i prezzi dovrebbero essere popolari e quelli praticati dalla piscina comunale, e sottolineo comunale, non lo sono. A fare politica sportiva, lavandosene le mani e dando in gestione gli impianti sportivi a chi vuole lucrare alla grande, ci riusciamo tutti. Ma agendo così, secondo me, mandiamo a quel paese lo scopo sociale dello sport.

      • Pepy on 7 aprile 2018 at 17:34
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      Bravo Giuseppe hai ragione, ho smesso di frequentare la piscina per prezzi e atteggiamento ostico dei responsabili, sembra di frequentare un lager. A foras in casteddaiusu, a loro poco importa di noi oristanesi e dei nostri atleti, puntano solo ai soldi che però non arriveranno vista la riduzione degli iscritti.

    • drastico on 6 aprile 2018 at 16:25
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    mi immagino quali saranno i grandi appuntamenti internazionali di cui parla francesco pinna. ma per favore…

    • Salvatore on 6 aprile 2018 at 17:14
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    Non facciamo ridere i polli, davvero Oristano vuole partecipare ad essere Città Europea dello Sport 2019? Da politico navigato quale è a Francesco Pinna può mancare tutto ma non certo il coraggio e la faccia di suola!

    • Docente on 7 aprile 2018 at 10:00
    • Rispondi

    Il solito premio di carta straccia che non serve a nulla se non ha rendere tronfia l’amministrazione comunale. Mi ricorda le bandiere blu o altre idiozie del genere che, secondo me, vengono assegnate a pagamento. La giunta Lutzu dovrebbe utilizzare meglio i soldi dei cittadini e non sprecarli in cretinate del genere.

    • Pino on 7 aprile 2018 at 11:26
    • Rispondi

    Non sono sempre in sintonia con Pig ma stavolta mi trovo perfettamente d’accordo con il suo commento.

    • Franco on 7 aprile 2018 at 14:19
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    Come mai Andrea Lutzu non ha convocato una conferenza stampa anche per la Bandiera Nera attribuita dall’Associazione Regionale Ex Esposti Amianto a Torre Grande?

    • Giovanni S. on 7 aprile 2018 at 15:03
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    Ohi ohi, altro che Città Europea dello Sport, non di manca atru a Aristanis… A spendere bene i soldi sia e a lasciare perdere gite e manifestazioni che a Oristano non portano niente. Capito Lutzu, Pinna, Taratini, ecc.ecc.???

    • ciok on 7 aprile 2018 at 19:46
    • Rispondi

    sono d’accordo anch’io con giuseppe e pepy: i gestori della piscina di oristano non sanno neppure dove stia di casa l’elasticità mentale… e poi è troppo cara!

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