Feb 20

Il fenomeno migratorio, una questione sociale che coinvolge tutti.

Discutere del fenomeno migratorio senza alcuna intenzione di dire tutto, tanto meno difendere o promuovere letture ideologiche, ma con il semplice intento di riflettere, alla luce dei dati accessibili, su una questione sociale che coinvolge tutti: individui, famiglie, associazioni e istituzioni.

Con questo scopo, il Centro Diocesano di Teologia di Oristano propone cinque incontri sul fenomeno migratorio, che saranno tenuti da Daniela Fanari, laureata in Relazioni internazionali; Don Roberto Caria, docente di Teologia morale sociale presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna; e dall’economista Paolo Savona.

Il primo incontro del corso (aperto tutti e gratuito, e non richiede iscrizione) si svolgerà venerdì 23 febbraio, dalle 18.30 alle 20.30, presso la Sede del Centro Diocesano di Teologia, in via Cagliari 179, a Oristano, mentre i successivi appuntamenti sono previsti per il 2, il 9 e il 16 marzo; rimane ancora da definire la data dell’ultimo incontro.

Cercare di capire cos’è realmente l’immigrazione di massa in Italia e in Europa negli ultimi anni significa evitare la falsificazione politicamente corretta del migrante idealizzato o demonizzato a priori, cioè dipinto alternativamente come un nemico invasore o come un fratello universale, quando invece il migrante è, al tempo stesso, vittima e strumento di una strategia economica e di potere.

Un fenomeno sempre esistito, che dalla propaganda di oggi viene promosso, usato e rappresentato come destino ineluttabile e non contestabile, mentre ha una causa ben precisa: la globalizzazione finanziaria e dei mercati. L’ideologia della crescita infinita e del progresso illimitato ha colonizzato ormai quasi ogni aspetto della vita, della cultura e della società. Il cittadino non deve avere bandiere da difendere e in cui riconoscere un riferimento virtuoso (né religione, né stato nazionale), deve essere solo un buon Consumatore Unico Mondiale.

Il falso mito dell’immigrazione come necessità irreversibile, sbandierata dai missionari laici del buonismo, serve probabilmente solo al calcolo utilitaristico del sistema industriale, che non distingue popoli, storie e culture, ma conosce soltanto le esigenze del profitto (di pochi) fine a se stesso e al potere di controllo.

Per realizzare questo, da decenni è in atto, con la complicità del mondo mediatico oramai quasi interamente sottomesso alla logica mercatistica, una aggressione subdola alle basi morali della vita personale (il vizio rende schiavi, la virtù liberi), familiare(la sessualità disordinata rende migliori consumatori) e della sana convivenza civile (mentre la sovranità nazionale è la base di ogni autentica accoglienza, come la proprietà privata è la base di ogni vera condivisione).

E’ possibile raccontare il carcere? E’ possibile parlare, senza pregiudizi, delle condizioni di vita dei detenuti e dei familiari che li attendono fuori? A queste e ad altre domande tenteranno di dare risposte due seminari formativi per i giornalisti dal titolo “Informare dentro e fuori il carcere: la centralità della persona nel racconto dei media”, organizzati dalla delegazione regionale Caritas Sardegna con l’Ordine dei giornalisti e con l’Ucsi Sardegna. I seminari si svolgeranno lunedì 26 febbraio a Lanusei, e martedì 27 febbraio, dalle 14 alle 17, a Oristano, nella ex chiesa di San Domenico, in via Lamarmora. L’articolo 27 della Costituzione italiana recita che “…le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”. Ma il carcere nel nostro Paese continua a far discutere e a dividere. E non tutti conoscono le problematiche dei carcerati e dei loro familiari. Per quanto riguarda l’incontro di Oristano, dopo i saluti dell’arcivescovo, Ignazio Sanna, di Giovanna Lai direttrice Caritas diocesana di Oristano, e Andrea Pala, presidente Ucsi Sardegna, introdurrà l’argomento Francesco Birocchi, presidente Odg Sardegna. A seguire gli interventi di Daniele Pulino, membro dell’Osservatorio dell’associazione Antigone; Ornella Favero, presidente della Conferenza nazionale volontariato e giustizia e direttrice della rivista “Ristretti Orizzonti”; Bruno Monzoni, redattore di “Ristretti Orizzonti”, mentre le conclusioni sono state affidate a Pier Luigi Farci, direttore Casa di reclusione “Salvatore Soro” di Massama.

Musei e siti sempre più interconnessi, innovativi, fruibili. Parte dalla Sardegna la rivoluzione digitale della comunicazione dei luoghi della cultura, che punta a far conoscere al mondo le ricchezze artistiche storiche e archeologiche dell’Isola. La Sardegna fa, infatti, da apripista al progetto “Fare rete per creare un sistema museale integrato”, che avrà respiro nazionale con il sito mobile friendly musei.sardegna.beni culturali.it, in linea con il MuD-Museo Digitale, nuova piattaforma online sviluppata da Mibact e Ales, società in house del Ministero. Il sito racconta la storia dei musei e delle due aree archeologiche di Tharros e Nora, recentemente assegnate al Polo Museale della Sardegna, tra schede informative multilingue e un magazine e si pone come strumento che offre la possibilità di utilizzare in modo proficuo l’Art Bonus. Lo scopo è fare rete e rendere i beni storici artistici e archeologici italiani sempre più digitalizzati, appetibili, capaci di attrarre risorse e competitivi sul mercato mondiale. In Puglia e Lombardia il progetto è già in cantiere e si punta ora ad estenderlo a livello nazionale. “Il sito è lo spunto per chiamare a raccolta istituzioni, enti, imprese, realtà culturali per creare un sistema museale integrato, trovare i punti di convergenza per lo sviluppo di un networking culturale con l’obbiettivo di rendere il nostro patrimonio attrattivo e creare ricadute culturali, economiche e turistiche”, ha sottolineato Giovanna Damiani, direttrice del Polo Museale della Sardegna, capofila del progetto. L’iniziativa é sfociata in un documento di intesa che ha lo scopo di portare avanti azioni condivise fra privati e istituzioni. ll direttore generale dei musei del Mibact, Antonio Lampis ha ricordato che “…fare rete e innovare, è il cuore della riforma del Mibact. I musei devono puntare non solo alla tutela e alla conservazione, ma alla promozione e valorizzazione”.

Le elezioni provinciali non si terranno più il 27 marzo, così come previsto una del presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru. Il consiglio regionale ha, infatti, approvato una proposta di legge che di fatto consente il rinvio. La consultazione di secondo livello si terrà tra il 45esimo giorno dalla data delle elezioni amministrative (tra il 15 aprile e il 30 giugno) e comunque non oltre il 31 ottobre. Presumibilmente il voto sarà celebrato a metà ottobre. In questo modo potranno partecipare all’elezione tutti i sindaci, compresi i 51 primi cittadini che, con la data fissata al 27 marzo, sarebbero stati tagliati fuori dalla competizione elettorale. La legge prevede, infatti, che sono eleggibili alla carica di presidente della Provincia i sindaci dei comuni il cui mandato non scada prima di 18 mesi dal voto: ma in 51 casi la scadenza è precedente. Ora il consiglio regionale ha rimediato alla situazione.

Gli uomini del Corpo forestale hanno sequestrato una discarica intererrata in località “Sos Leperes”, in un terreno nelle campagne di Bosa, intestato a un 71enne di Macomer, titolare del centro ippico. Nel terreno del centro ippico, secondo la Forestale, sarebbero stati scaricati mille metri cubi di rifiuti provenienti da demolizioni edili. Le indagini sono partite a seguito di una segnalazione su un trasporto di rifiuti a bordo di camion che si muovevano tra Alghero e Bosa. I detriti, da quanto appurato, provenivano dal rifacimento di un complesso edilizio alla periferia di Bosa, di proprietà del 71enne. Secondo l’accusa, i rifiuti venivano trattati alla stregua di terre e roccia da scavo, mentre si trattava di macerie, spezzoni di tubi in pvc, tubi in poliuretano, frammenti di laterizi, piastrelle, tubi in corrugato e grandi quantità di potature e tronchi di palma, depositati nel tempo. Nell’area in cui erano stati interrati, sottoposta a vincoli ambientali e paesaggistici, sarebbero stati effettuati più interventi di “trasformazione”, privi però di qualsiasi autorizzazione. In quel terreno era stata, infatti, realizzata un’area destinata a parcheggio, interrando rifiuti anche speciali. I permessi, invece, erano stati concessi solo per la realizzazione di un parcheggio con l’eliminazione della vegetazione infestante e del livellamento del terreno. Il 71enne avrebbe così violato le norme ambientali e quelle di natura urbanistica e paesaggistica. L’uomo rischia una condanna da 6 mesi a due anni o un’ammenda fino a 26 mila euro per lo smaltimento illecito di rifiuti speciali, e fino a due anni di arresto o un’ammenda fino a 51mila euro per aver eseguito lavori in assenza di autorizzazione paesaggistica.

Dopo una segnalazione dell’Associazione regionale ex esposti amianto, del 17 gennaio scorso, relativa alla presenza di manufatti in cemento-amianto nell’oasi di Turr ‘e Seu, nel territorio del Comune di Cabras, e la relativa richiesta per un immediato intervento del comune lagunare e dell’Area marina protetta, il Dipartimento di prevenzione-servizio igiene e sanità dell’Azienda della Salute ha inviato all’Associazione, il 19 febbraio, una nota sul sopralluogo effettuato a Turr‘e Seu. I tecnici del dipartimento sanitario, secondo l’Associazione ex esposti amianto, hanno accolto in pieno la richiesta di intervento, ingiungendo al Comune di Cabras e all’Area marina (che si erano dichiarati organi non competenti e, di fatto, lavandosene le mani) di attivarsi per sanare al più presto la situazione. “Ancora una volta – ha sostenuto Giampaolo Lilliu, presidente della Associazione ex esposti amianto -, in casi di denuncia di degrado ambientale e sanitario per il rischio amianto, le amministrazioni e le loro società partecipate hanno dimostrato la poca conoscenza delle normative che regolamentano la materia, e la scarsa sensibilità di farsi carico della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, che sono dei valori importanti per una vita dignitosa delle popolazioni. La nota del servizio sanitario – ha detto ancora Lilliu – ha risposto in modo chiaro alla lettera del direttore e del presidente dell’Area marina del Sinis (nonchè sindaco di Cabras ), con cui, con molta superficialità e incapacità politica, avevano risposto alla nostra richiesta di intervento di bonifica dall’amianto di un’area di immenso valore paesaggistico e di interesse turistico, importante per l’intera comunità. La risposta del Comune di Cabras e dell’Area marina non ci aveva colti di sorpresa, ma abbiamo preferito non rispondere in attesa del sopraluogo da parte del servizio sanitario. L’Associazione – ha proseguito Lilliu – ha sempre denunciato la poca sensibilità del Comune di Cabras in materia di tutela ambientale e difesa del diritto alla salute, dimostrata anche dalla vertenza di Funtana Meiga, dove a distanza di oltre 8 anni c’è ancora la presenza della fibra killer nell’arenile”. Secono il presidente regionale dell’Associazione ex esposti amianto si tratta di un fatto vergognoso che, puttroppo, ha causato la consegna al Comune di Cabras della “bandiera per degrado ambientale e sanitario”, che ha avuto risonanza nazionale e ha dato una immagine negativa di una delle migliori spiagge del Sinis. Lilliu ha concluso sostenendo che l’Associazione controllerà se verrà attuato quanto richiesto dal dipartimento sanitario dell’Ats, e continuerà in tutte le sedi istituzionali la battaglia di civiltà in materia ambientale e diritto alla salute, per garantire ai cittadini una vita dignitosa.

E a proposito degli interventi di bonifica dall’amianto, in particolare nelle scuole, l’Associazione regionale ex esposti amianto di Oristano dichiara che “…non ci sono più alibi per gli amministratori, visto che anche nel nostro territorio sono tante le strutture scolastiche che risultano con presenza di amianto. In città sono due gli esempi in eclatanti: la scuola agraria Nuraxnieddu e la scuola media ex n 2. L’associazione si augura che da parte degli amministratori pubblici ci sia una maggiore sensibilità verso il problema, in modo tale che la fibra killer venga urgentemente eliminata dalle strutture scolastiche. Qua sotto il link da cui apprendere la notizia sui finanziamenti per la rimozione dell’amianto dalle strutture pubbliche:

Il presidente del consiglio comunale di Oristano ha avviato le procedure per il rinnovo della commissione comunale per l’equità tra i generi e le pari opportunità. Della commissione fanno parte, fra gli altri, due componenti di sesso femminile che, tramite una manifestazione di interesse, facciano pervenire il proprio nominativo al presidente del consiglio comunale che procederà alla nomina sentita la conferenza dei capigruppo consiliari. Fanno, inoltre parte, della commissione: tutte le consigliere comunali in carica; 2 consiglieri in carica, di sesso maschile, uno espressione della maggioranza e uno espressione della minoranza; 2 rappresentanti del mondo del lavoro espressione delle organizzazioni sindacali (di cui uno di ambito confederale e l’altro di ambito territoriale) dei quali almeno uno di sesso femminile; 1 rappresentante del mondo del lavoro, espressione del comparto datoriale e d’impresa; 1 rappresentante dell’Ispettorato territoriale del lavoro (sede di Oristano) su designazione dello stesso ufficio; 2 personalità segnalate da organizzazioni, movimenti, associazioni femminili che operano sul territorio nell’attuazione e per la promozione delle politiche di parità e di pari opportunità, elette dal Consiglio (con voto limitato a uno) e di cui almeno una di sesso femminile. Le candidature vanno presentate, entro il 16 marzo, al presidente del consiglio comunale di Oristano (tramite l’Ufficio di Gabinetto del sindaco) in carta libera, con data e firma leggibile, presso il protocollo dell’ente, palazzo Campus Colonna, piano terra, piazza Eleonora d’Arborea n. 25, oppure tramite Pec al recapito di Posta elettronica certificata istituzionale@pec.comune.oristano.it. La Commissione si propone di contribuire all’effettiva attuazione dei principi di parità e di uguaglianza tra cittadini, sanciti dalla Costituzione, anche mediante attività, programmi, progetti volti alla promozione e alla realizzazione della parità tra uomo e donna, nell’educazione e nella forma zione, nella cultura e nei comportamenti, nella partecipazione alla vita politica, sociale ed economica, nelle Istituzioni, nella vita familiare e professionale, nell’ottica di rimuovere ostacoli e discriminazioni di genere, dirette o indirette, operando in autonomia, nell’ esercizio delle sue funzioni, sviluppando rapporti di collaborazione istituzionale a livello cittadino, provinciale, regionale, nazionale e internazionale, ai sensi di quanto statuito dal Regolamento istitutivo e del proprio regolamento interno.

Lascia un commento

Your email address will not be published.