Gen 26

Prende forma la rosa dei candidati sardi del Pd decisa a Roma. Il “Giorno della Memoria”.

Manca ancora l’ufficialità, dato che la direzione nazionale del Pd (che nei sondaggi ha toccato il suo minimo storico) è terminata alle quattro del mattino, ma sembra prendere forma la rosa definitiva dei candidati sardi nei collegi più importanti.

Dovrebbe essere certo il posto da capolista (anche se la cosa non piacerà a soriani e ai discepoli di Cabras) nel collegio proporzionale unico del Senato per il segretario regionale Giuseppe Luigi Cucca (renziano).

Stesso discorso per l’indagato Gavino Manca (renziano), capolista nel collegio proporzionale Nord-Sardegna per la Camera; a seguire Giovanna Sanna, Giuseppe Ciccolini e Silvana Russel. La deputata uscente Romina Mura (corrente Cabras) è invece capolista nel collegio Sud, davanti a Francesco Sanna, Rosanna Mura e Lino Zedda.

Quasi sicura anche la candidatura del presidente della commissione Bilancio del consiglio regionale, l’indagato Franco Sabatini, nel collegio uninominale di Nuoro per la Camera; Luciano Uras a  Cagliari; Antonio Solinas a Oristano; l’indagato Silvio Lai a Sassari e Ninni Chessa a Olbia. Per molti di questi si tratta soltanto di una candidatura di servizio in quanto l’elezione appare abbastanza in salita.

Nei tre uninominali per il Senato, sono in corsa Luigi Lotto nel Collegio Nord Sassari-Olbia; Ignazio Angioni nel Collegio Oristano-Nuoro; Carla Medau (soriana) nel Collegio Cagliari-Carbonia.

Dulcis in fundo l’uscente Caterina Pes (soriana?), per la quale si ipotizza un secondo posto all’unico del Senato, dietro Cucca, e davanti ad Antonio Ecca e a Paola Pinna, ex M5S.

In Sardegna i giochi sono, quindi, praticamente fatti. C’è ancora qualche incertezza (per cui potrebbero essere possibili delle variazioni) per il Collegio di Olbia per la Camera e il Collegio Nord per il Senato.

Luigi Di Maio sarà in Sardegna il 4 e il 5 febbraio. Lo scrive nel suo profilo Facebook il coordinatore regionale della campagna elettorale del Movimento Cinquestelle in Sardegna, Mario Puddu. Il sindaco di Assemini, inoltre, non esclude che il “rally” del candidato premier possa far tappa nell’Isola in una terza giornata ancora da definire, presumibilmente a fine febbraio.

“Noi siamo stati fatti fuori dalle elezioni del Parlamento italiano da una legge elettorale che esclude i partiti di rappresentanza fortemente territoriale”. Il segretario nazionale del Partito dei Sardi, Paolo Maninchedda, durante il primo Congresso regionale Nord Ovest Sardegna del Pds, a Sassari, ha spiegato così, sinteticamente, l’assenza della sua forza politica alle elezioni politiche del 4 marzo. Il leader del Partito dei Sardi non ha, però, ancora sciolto del tutto il nodo su un eventuale sostegno ad altre liste. “Ci stiamo guardando attorno – ha detto Maninchedda -, alla ricerca di un programma che includa fra i tanti temi nazionali anche i problemi della Sardegna e dei sardi, ma non vedo da nessuna parte questo tipo di interesse. Il progetto del Partito dei Sardi è chiaro ed è fondato su tre punti: più poteri ai sardi, più diritti per i sardi e più ricchezza prodotta per i sardi. Esclusi fascisti e razzisti, chiunque voglia portare avanti con noi questo programma è ben accetto”. Campa cavallo…

Non si placano le polemiche interne al Psd’Az, dopo il patto siglato tra Christian Solinas e Matteo Salvini. Da più parti Solinas è stato accusato di aver svenduto il partito per una poltrona in Parlamento. A prendere le distanze, dopo la fronda da parte di tanti militanti del Psd’Az, sono stati oggi quattro consiglieri comunali di Nuoro del Partito sardo d’Azione, che nel capoluogo barbaricino sostiene la giunta di centrosinistra ed esprime anche due assessori. Adriano Catte, Claudia Camarda, Viviana Brau e Graziano Siotto hanno spiegato che “…militare in un partito di cui noi siamo esponenti in consiglio comunale e nel consiglio direttivo di sezione, non equivale necessariamente a condividerne le scelte portate avanti nel campo delle alleanze politiche per le elezioni del 4 marzo. Scelte legittime in quanto avallate da organi democraticamente eletti, ma – hanno scritto i quattro in una nota – non esenti da critiche e dalla nostra disapprovazione”. I dell’alleanza, dopo aver precisato di non volere abbandonare il Psd’Az, hanno sottolineato di aver portato avanti in questi anni “…azioni e misure in netta antitesi con quella ideologia salviniana, dalla quale ci onoriamo di esserci tenuti a debita distanza. Continueremo comunque a impegnarci, esaltando i valori di libertà, uguaglianza e fratellanza, affinché tutti gli uomini e le donne godano di pari diritti e opportunità, e abbiano gli stessi doveri, contro ogni forma di razzismo e di sfruttamento dell’uomo”.

Il 27 gennaio 1945 vennero aperti i cancelli del lager di Auschwitz rivelando al mondo i crimini compiuti dai nazisti contro il popolo ebraico. Nel famigerato campo di sterminio nazista in meno di cinque anni morì oltre un milione di persone. Il lager occupava un’area di quasi 200 ettari ed è stato costruito dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per realizzare la “soluzione finale” contro gli ebrei in Europa. Dopo l’invasione della Polonia nel settembre 1939, Auschwitz fu scelta dal Terzo Reich come la località più “adatta” per ragioni logistiche. La zona aveva infatti una rete ferroviaria ben sviluppata e collegata con altri Paesi. Per questo motivo già alla fine del 1939 l’Oberfuehrer delle Ss Arpad Wigand propose al comandante Erich von dem Bach Zalewski, responsabile delle forze tedesche a Breslavia, di sfruttare la struttura di una vecchia caserma in un quartiere di Auschwitz per aprire il primo campo di concentramento e risolvere così quello che egli presentava come “il problema dell’affollamento” delle prigioni in Slesia. Aperto nell’aprile del 1940, il campo vide arrivare i primi detenuti – dei prigionieri politici polacchi – il 14 giugno: fra loro l’attuale ministro senza portafoglio per i rapporti con la Germania, Wladyslaw Bartoszewski. Nel 1941 il campo fu poi allargato con la costruzione di Birkenau per diventare quindi definitivamente nel 1943 una “fabbrica della morte”. All’interno dei suoi sinistri reticolati elettrici furono sterminate in totale 1,1 milione di persone, il 90% delle quali ebrei deportati dalla Polonia e da vari altri Paesi d’Europa. Le forze alleate vennero informate più volte da emissari dell’Armata clandestina polacca (Ak), come Jan Karski (che si rivolse invano a Usa e Gran Bretagna) o da altre fonti, dello sterminio degli ebrei in corso. Ma invocando altre priorità militari per l’obiettivo chiave del momento (vincere la guerra contro Hitler e i suoi alleati), gli Alleati non intrapresero iniziative specifiche per provare a fermarlo. Dall’Italia il primo trasporto di ebrei per Auschwitz avvenne il 23 ottobre del 1943: complessivamente nel lager simbolo della Shoah persero la vita circa 8 mila italiani. La liberazione del campo avvenne il 27 gennaio del 1945 ad opera delle unità dell’Armata Rossa guidate dal maresciallo Ivan Konev che, dopo aver sfondato sul Fronte ucraino, marciavano ormai vittoriose in direzione di Berlino. Sul territorio del lager nel 1947 fu quindi fondato un Museo memoriale e nel 1979 Auschwitz-Birkenau è stato iscritto come luogo di memoria nell’elenco dei siti tutelati come patrimonio mondiale dell’Unesco. Nel novembre 2005 l’Assemblea generale dell’Onu ha scelto la ricorrenza della liberazione del campo dell’orrore per istituire una “Giornata mondiale di commemorazione di tutte le vittime dell’Olocausto”.

7 comments

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    • drastico on 27 gennaio 2018 at 15:45
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    beh, se il pd candida nell’uninominale a oristano antonio solinas vuol dire che quel partito è proprio alla frutta!

    • Mariano on 27 gennaio 2018 at 16:21
    • Rispondi

    Ci avete fatto caso? I candidati del PD sono sempre gli stessi! Incompetenti, indagati, impresentabili… Una mescolanza di mediocri con una faccia di cartone da far paura. Basta, non se ne può più! E’ ora di cambiare! Votiamo Movimento Cinque Stelle.

    • Sergio on 27 gennaio 2018 at 17:59
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    La riunione nazionale del Pd è stata una vergogna. Minoranza presa a pesci in faccia dal Bomba. Un partitaccio senza capo nè coda. Un insulto per la democrazia interna. Poi si chiedono come mai i cittadini non li votano più! Finora ho sempre votato Pd ma il 4 marzo voto 5 stelle.

    • Lucio on 27 gennaio 2018 at 19:16
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    Il PD è morto da molto, ma non è che gli altri partiti siano in buona salute!!! Purtroppo LeU si è dimostrato solo la pessima copia del PD . Siamo proprio presi bene…

    • Benito on 27 gennaio 2018 at 19:33
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    Quello che è successo tra le correnti del Partito democratico per le candidature è stato di uno squallore indescrivibile. Immaginatevi se per caso qualcuno di questi geni finisce in Parlamento come sarà il livello. Pò caridadi.

    • Sardo on 27 gennaio 2018 at 20:02
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    Non vale la pena di scomodarsi per andare a votare questi asini. Sarò qualunquista ma per me sono tutti uguali.

    • peppe on 27 gennaio 2018 at 20:20
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    se questa volta la gente si otturerà il naso non sarà certo per votare il pd.
    ma avete visto chi sono i candidati a oristano?
    gesù gesù, salvaci tu!

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