Gen 20

Assieme si vince: patto tra Oristano e Unione dei Giganti. “Fusione dei Comuni” ad Abbasanta.

Turismo, qualità della vita e competitività delle imprese. Sono i tre temi chiave della manifestazione di interesse presentata dall’Unione dei Comuni Costa del Sinis Terra dei Giganti e dal Comune di Oristano, e approvata nei giorni scorsi dal Centro regionale di programmazione.

Tre settori che risulteranno chiave per lo sviluppo del territorio nei prossimi anni. Il via libera della Regione è un passaggio formale che apre le porte ai fondi della programmazione territoriale, risorse dalle quali Oristano fino a poche settimane fa sembrava escluso e che, invece, ora sono più che mai accessibili, grazie a un programma unitario dei comuni di Oristano, Cabras, San Vero Milis, Narbolia, Baratili San Pietro e Riola Sardo, elaborata dal Gal Sinis, a cui è stato affidato il supporto tecnico.

Questa mattina, al comune di Oristano, i sindaci dei sei comuni hanno presentato alla stampa l’importante risultato “…ottenuto grazie a una politica condivisa, che bada più alla sostanza che ai colori delle magliette – ha detto il primo cittadino di Oristano, Andrea Lutzu, che dal giorno dell’insediamento ha lavorato per riportare il capoluogo in gioco nella strategica partita della programmazione territoriale -. Oristano era fuori dalla programmazione, ma i sindaci dei comuni dell’Unione dei Giganti ci hanno aspettato e oggi, tutti insieme, presentiamo in Regione una proposta forte, ambiziosa, che potrà darci grandi soddisfazioni. È la dimostrazione che si può lasciare da parte il campanile per il bene del territorio. Noi lo facciamo con un progetto serio e articolato, ricco di proposte finalmente incisive”.

“L’ingresso di Oristano da valore all’intera programmazione – ha aggiunto il sindaco di San Vero Milis, Luigi Tedeschi -. Aumenteranno i finanziamenti alla nostra proposta, ma il significato di questo risultato va oltre. La nostra provincia da un segnale di forza data dall’unità della politica e della proposta: questo è il dato politico più importante. Oggi si aprono possibilità incredibili, per i privati e per il pubblico. E se c’è qualcuno che fino ad oggi non ha creduto in questo disegno sappia che le porte sono ancora aperte”.

Per Cristiano Carrus, sindaco di Cabras, si tratta di un risultato storico: “Oristano assegna un valore aggiunto alla nostra unione. È un risultato storico quello tra Oristano e Cabras, ma il ragionamento vale per tutto il Sinis, e non si era mai visto prima. Una politica che sia capace di sfruttare due elementi trainanti straordinari come la Sartiglia e i Giganti può arricchire tutta la provincia. Noi ci crediamo e vogliamo investire in questa direzione”.

Parole di grande soddisfazione anche dai sindaci di Narbolia e Baratili. Maria Giovanna Pisanu ha voluto ringraziare anche i sindaci che hanno lasciato l’incarico, ma che per primi hanno creduto in questo progetto e posto le basi della programmazione territoriali di cui oggi si iniziano a vedere i primi frutti: “Oggi possiamo esprimere grande soddisfazione per i risultati che stanno arrivando, frutto di una visione strategica e di una politica lungimirante. La presenza di Oristano arricchisce l’intesa raggiunta dai Comuni dell’Unione dei Giganti e darà maggior peso ai progetti che giudichiamo più importanti per Narbolia: primo fra tutti quello per la valorizzazione del litorale di Is Arenas”.

Soddisfazione condivisa anche da Alberto Pippia, che per Baratili punta sulla valorizzazione della sponda del Rio Mare Foghe e delle produzioni agroalimentari di qualità, come la vernaccia. “La presenza di Oristano è un bel biglietto da visita per un territorio finalmente unito e aggregato su un progetto di sviluppo condiviso – ha sottolineato Sandro Murana, presidente del Gal Sinis -. È stato un bell’esempio di generosità e maturità istituzionale. Oristano era completamente fuori dall’intesa e oggi è un partner importantissimo, un punto di forza della nostra proposta di programmazione, che si basa sulla valorizzazione di tre temi che porteranno risorse importanti”.

Sul turismo sostenibile si punta a iniziative nel campo dell’ambiente (valorizzazione della fascia costiera e delle zone umide), della cultura (Giganti, Tharros e Sartiglia), del turismo attivo e dell’agroalimentare. Secondo tema da sviluppare la qualità della vita con la promozione dei servizi alla persona. Terza tema la competitività delle imprese.

E che uniti si vinca lo ha dimostrato anche il convegno organizzato ad Abbasanta sulla “Fusione dei Comuni”. Nella sala Agorà (strapiena di cittadini, addetti ai lavori e “curiosi” di saperne di più sull’argomento) le amministrazioni comunali di Abbasanta e Ghilarza hanno promosso un incontro pubblico per approfondire un tema quanto mai d’attualità. Dopo i saluti dei sindaci di Abbasanta e Ghilarza, Stefano Sanna e Alessandro Defrassu, ha preso la parola Paolo Piras, coordinatore del comitato “Città del Guilcer”, che da tempo si batte per la fusione. Il capogruppo della maggioranza al comune di Abbasanta, Gian Valerio Sanna, ha poi illustrato la proposta, anche con l’aiuto di alcune diapositive. “E’ nota – ha detto Sanna la particolare condizione fisica e urbanistica che contraddistingue oramai i comuni di Abbasanta, Ghilarza e Norbello, i cui confini urbani si sono incrociati con quelli degli altri centri limitrofi, portando alla realizzazione di un contiguo e omogeneo contesto urbanizzato. Le crescenti difficoltà derivanti dalla progressiva riduzione dei trasferimenti per il funzionamento dei comuni e il continuo arretramento dei presidi fondamentali dello Stato, della sicurezza, della sanità e della mobilità, indica nella prospettiva futura, l’esigenza di unificare e rafforzare la rete dei servizi collettivi, ammodernare ed unificare la rete amministrativa e burocratica, dando vita a processi unificativi e gestionali, impossibili da realizzare con l’attuale sistema delle unioni dei comuni, privi ancora di una cornice legislativa che legittimi una maglia organizzativa e funzionale indispensabile per garantire servizi e funzioni. Da qui – ha detto ancora Sanna – la riflessione, derivante dalle innovazioni introdotte dalla Legge Del Rio n.56/2014, che ha cercato di introdurre nell’ordinamento nazionale il concetto di fusione di comuni, accompagnandolo con misure incentivanti. La Regione, tuttavia, in ragione del proprio Statuto di autonomia, possiede competenze esclusive in materia di ordinamento degli Enti locali e, dunque, si manifesta necessario e obbligatorio che un istituto come la “fusione di comuni” trovi nella legislazione regionale opportuna normazione. Mentre in Sardegna esistono leggi che disciplinano l’istituzione di nuovi comuni o la modifica degli ambiti territoriali degli stessi, non esiste una legge che disciplini il percorso normativo da seguire per la realizzazione della fusione fra comuni. A partire da questo convegno analizzeremo il contesto specifico, le ragioni di opportunità e le criticità storiche e culturali che avanzano”. Nel suo intervento, Gian Valerio Sanna ha sottolineato, più volte, come la decisione debba comunque spettare ai cittadini dei tre paesi, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso un referendum. Sanna ha poi letto la bozza degli articoli della proposta di legge regionale sulla “fusione dei comuni”, che è stata fatta propria (visto che la presenterà alla Regione) dal consigliere regionale Francesco Agus (Gruppo Misto), presidente della commissione regionale Autonomia, a cui sono state affidate le conclusioni del convegno. Dopo la relazione di Gian Valerio Sanna, altri interventi autorevoli sono stati quelli di Omar Chessa, docente dell’Università di Sassari, che ha trattato l’argomento dal punto di vista prettamente costituzionale, e Luigino Sergio, coordinatore nazionale per la fusione dei comuni, esperto di organizzazione e gestione degli enti locali, docente in master universitari e corsi di formazione professionale, autore di numerosi libri e saggi sull’organizzazione e sulla gestione amministrativa degli enti locali, che ha riferito delle varie esperienze in atto sulla “fusione dei comuni” nel contesto nazionale. Durante il dibattito sono intervenuti, fra gli altri, anche il sindaco di Sorradile, Pietro Arca, e il sindaco di Paulilatino, Domenica Galluas. Unica voce totalmente fuori dal coro, quella del sindaco di Norbello, Matteo Manca, che si è detto contrario alla fusione, ritenendola una manovra prettamente elettoralistica, portata avanti per fini esclusivamente politici. A Manca (che ha suscitato mugugni e proteste anche da parte di altri norbellesi favorevoli alla proposta), ha risposto l’ex deputato Raffaele Manca, già sindaco di Norbello, che si è detto, invece, più che favorevole alla fusione.

Nelle scorse settimane, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Oristano, ha seguito le operazioni di demolizione coattiva di parte di una struttura edilizia a ridosso della spiaggia di Turas, sulla costa di Bosa. Ancora una volta è stata la magistratura a procedere contro l’abusivismo edilizio. Nessuna attenzione per la vigilanza sul territorio, scarsa voglia di rompere le uova nel paniere all’imprenditoria locale più o meno disinvolta, antipatia per la legalità sono troppo spesso il filo conduttore delle politiche ambientali di tanti Comuni, in Sardegna e nel resto d’Italia. Passa il tempo, ma non cambia nulla. Il quadro dell’abusivismo edilizio in Sardegna rivela, infatti, un numero consistente di casi nelle aree di maggiore interesse ambientale. Secondo i dati dell’Agenzia del Territorio (2012), al 31 dicembre 2011 le unità immobiliari abusive in Sardegna erano 46.877, sesta regione in Italia per numero di casi (2.799) su 100.000 residenti (prima la Calabria con 4.587). Fra gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso sono state eseguite in sede sostitutiva (su richiesta dei Comuni ai sensi della legge regionale n. 23/1985) oltre 1.100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi non condonabili secondo quanto previsto dalle leggi nn. 47/1985, 724/1994 modificata con 662/1996, 326/2003 e successive modifiche ed integrazioni (cioè realizzati in aree tutelate con vincolo di inedificabilità assoluto) da parte del Servizio vigilanza in materia edilizia dell’Assessorato Enti locali, finanze, Urbanistica della Regione autonoma della Sardegna. Sono stati, quindi, demoliti circa mc. 300.000 di volumetrie abusive (in gran parte fra il 1986 ed il 1987, con una breve ripresa fra il dicembre ordinanze di demolizione di abusi edilizi: quasi nessuna viene eseguita dal trasgressore. Ma Comuni e, in via sostitutiva, Regione non demoliscono nemmeno un mattone abusivo da più di vent’anni. Senza vergogna. In questi anni è stata solo la Magistratura a provvedere alla repressione dell’abusivismo edilizio in Sardegna. La competente Procura della Repubblica, per legge, è infatti destinataria degli obblighi di esecuzione degli ordini di demolizione e di ripristino ambientale contenuti nelle sentenze penali passate in giudicato per reati ambientali e urbanistici. Le Procure della Repubblica di Cagliari, di Lanusei, di Oristano e di Tempio Pausania, nel corso degli ultimi 15 anni, hanno portato a compimento interventi di demolizione e ripristino ambientale in esecuzione di più di 250 sentenze penali passate in giudicato. Ancora non si vuol capire che non si fa turismo con la speculazione edilizia, soprattutto se abusiva. L’ambiente e i beni culturali sono la nostra prima ricchezza, sarebbe ora di riconoscerlo con fatti concreti.(Gruppo d’Intervento Giuridico onlus).

Dodici candidati M5S per i tre collegi proporzionali dell’Isola: il collegio 1 Sardegna Sud e il collegio 2 Sardegna Nord per la Camera, e il collegio unico proporzionale per il Senato. Una dozzina di nomi che sono il risultato delle parlamentarie celebrate martedì e mercoledì scorso e ufficializzati in queste ore. Nel collegio uno si registra la riconferma dei due deputati uscenti, Emanuela Corda (43 anni di Cagliari) e Andrea Vallascas (42 anni di Cagliari) al primo e al secondo posto della lista, terzo posto per Lucia Scanu (38 anni di Oristano, disoccupata) e quarto per Michele Ciusa (30 anni di Cagliari, consulente). Capolista nel collegio 2 Sardegna Nord è Alberto Manca, 34 anni di Nuoro, una laurea in Agraria e master in Tutela dell’ambiente e gestione del territorio, dipendente del Corpo forestale della Regione. Al secondo si posiziona Paola Deiana, 32 anni di Alghero, dipendente comunale. Terzo posto in lista per Fabio Columbano, 39 anni di La Maddalena, vigile del fuoco. Quarta è Daria Derriu, 28 anni, studentessa di Alghero. Dopo l’esclusione dell’uscente Roberto Cotti, che lo staff di Luigi Di Maio ha deciso di non sottoporre al voto online, in corsa come capolista per il collegio unico per il Senato c’è Antonio Licheri, 54enne avvocato sassarese. Seconda in lista è Elvira Lucia Evangelista, 49 anni di Nuoro, libera professionista. Terzo, Roberto Giovanni Cappuccinelli, 49enne ricercatore sassarese. Al quarto c’è Antonietta Congiu, 46enne libera professionista cagliaritana. Nel sito c’è l’ordine d’arrivo, niente invece sul numero dei voti ottenuti da ciascuno dei candidati e tanto meno sul numero degli iscritti sardi che hanno espresso le preferenze nella piattaforma Rousseau. Pubblicati anche i nomi dei supplenti, nel caso qualcuno rinunciasse. Una curiosità: dovrebbero essere 12, ma nel collegio Sud Sardegna per la Camera sono vuote la prima e la terza casella. Ora mancano i nomi dei candidati per i 9 collegi uninominali della Sardegna, selezionati tra curriculum provenienti dalla società civile, quindi dal mondo dell’imprenditoria, della cultura, dello sport e della legge.
Per loro niente voto online, basterà l’ok dello staff.

 

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