Gen 09

Sconcertante! Legambiente favorevole all’impianto termodinamico a San Quirico.

Che l’impianto termodinamico previsto nella borgata oristanese di San Quirico potesse avere il beneplacito della Regione non ci ha sorpreso di più di tanto. E questo nonostante che Pigliaru e il centrosinsitra avessero, in precedenza, bocciato l’impianto che doveva sorgere in quel di Guspini e Gonnosfanadiga, così come richiesto dai cittadini di quei territori (decisione poi ratificata ufficialmente dal consiglio dei ministri).

L’incapacità, la mutabilità politica e il doppiogiochismo del Pd e frattaglie varie sono cose notorie per pretendere dal disastroso esecutivo regionale, e dalla sue emanazioni, giustificazioni apprezzabili sul lasciapassare all’impianto della San Quirico Solar Power srl.

Apprendiamo, invece, con una certa sorpresa, che ad essere favorevole all’impianto termodinamico di San Quirico, è anche Legambiente (anche se, bontà sua, ha aggiunto che all’impianto occorre apportare migliorie). Una cosa sconcertante, considerato che Legambiente ha fatto carta straccia delle decisioni dei cittadini del territorio (che all’ambiente ci tengono, eccome, e di cui il Comune di Oristano si è fatto portavoce), trincerandosi dietro quelli che Legambiente ritiene “dati scientifici” (che, peraltro, sono stati già contestati dal Comitato dei cittadini contro il termodinamico). Dati secondo i quali i residenti di San Quirico (territorio a vocazione agricola) per far piacere a Legambiente dovrebbero fare da cavia per le nuove fonti energetiche rinnovabili.

Per chi vuole saperne di più sulla valutazione di Legambiente, proponiamo l’articolo pubblicato su www.sardiniapost.it, anche se, a nostro modesto avviso, c’è “scientificamente” da rimanere allibiti.

“Legambiente ‘benedice’ l’impianto solare termodinamico che la San Quirico Solar Power srl intende realizzare a Oristano, proprio in località San Quirico e propone delle migliorie sia dal punto di vista ambientale, sia per le ricadute economiche sul territorio. Il punto di partenza è il parere positivo arrivato il 22 novembre scorso dalla giunta regionale alla procedura di valutazione di impatto ambientale, per un impianto solare ibrido termodinamico.

“La deliberazione della giunta regionale è coerente con la Strategia Energetica Nazionale 2017 (SEN 2017) – afferma Edoardo Zanchini, vice presidente nazionale di Legambiente – che prevede un insieme di azioni e di obiettivi da realizzare entro il 2030, in coerenza con il Piano dell’Unione dell’Energia per il 2030 e anche con lo scenario a lungo termine del 2050 stabilito dalla Road Map europea che prevede la riduzione di almeno l’80% delle emissioni rispetto al 1990. Questi obiettivi diventano sempre più stringenti anche in ottemperanza alle direttive europee ed alle ultime risoluzioni della COP21 e COP23″.

“Nel settore delle fonti energetiche rinnovabili – continua Edoardo Zanchini – una delle opzioni tecnologiche più interessanti è costituita dagli impianti solari termodinamici (Concentrating Solar Power, CSP). A livello mondiale, la potenza installata degli impianti CSP è di circa 5mila MW e numerosi altri impianti sono in corso di costruzione. In Italia finora sono stati realizzati solo pochissimi impianti CSP, nonostante la presenza di specifiche tariffe incentivanti. Peraltro, i pochi impianti realizzati sono in gran parte a carattere dimostrativo o sperimentale. Appare pertanto necessaria una fase di consolidamento tecnologico con impianti non invasivi e rispettosi del territorio e del paesaggio circostante”.

“Nel merito del progetto di San Quirico il comitato scientifico di Legambiente ha analizzato a fondo la documentazione presentata per la procedura di VIA – aggiunge Vincenzo Tiana, presidente del comitato scientifico di Legambiente Sardegna – e ha anche svolto recentemente un sopralluogo nell’area interessata dal progetto”.

“L’analisi della documentazione – si legge in una nota – ha evidenziato la rigorosa procedura tecnica attuata dalla commissione di valutazione ambientale che ha comportato numerose richieste di integrazione. Nel complesso, l’analisi della documentazione e il sopralluogo hanno consentito di constatare e condividere le valutazioni che hanno portato ad un giudizio positivo del progetto, dapprima da parte della commissione di valutazione ambientale e poi della giunta regionale. Emerge in particolare la differenza nei confronti di altri progetti, con tecnologia termodinamica di taglia 5 volte superiore, che avrebbero comportato la trasformazione di centinaia di ettari persino con procedure impositive rispetto ai proprietari dei terreni”.

In sintesi la valutazione di Legambiente in merito al progetto è positiva. “In particolare – sottolinea l’associazione ambientalista – si evidenziano i seguenti aspetti: la tecnologia termodinamica è sicuramente innovativa; valorizza la ricerca pubblica e privata in Italia; potrà svolgere un ruolo importante per favorire la costituzione di una vera e propria integrazione dei diversi sistemi FER; la taglia e l’occupazione di territorio appaiono accettabili in relazione alle caratteristiche del territorio circostante. Di fatto, su una superficie estesa per circa 77 ettari, l’area effettivamente occupata dagli specchi è di circa 14 ettari, cui si aggiungono circa 5 ettari occupati dagli impianti tecnologici e dalla viabilità (solo il 6% dell’intera superficie). L’area non appare di particolare pregio agronomico e la superficie è complessivamente pianeggiante, per cui i lavori comportano ridotti movimenti terra.

L’area risulta già nella disponibilità del proponente che ha siglato un contratto con il proprietario del terreno per tutta la durata di vita dell’impianto, comprese le operazioni di dismissione alla fine dell’esercizio. L’impianto avrà un elevato fattore di utilizzazione, corrispondente a quasi 4.400 ore/anno, circa 3 volte quella di un convenzionale impianto fotovoltaico, e produrrà un quantitativo di energia elettrica pari al consumo domestico di circa 35.000 persone. Il consumo di cippato appare sostenibile facendo ricorso alla disponibilità di biomassa nell’area circostante. È stata operata una corretta impostazione di inserimento paesaggistico capace di cogliere anche sincronicamente i differenti livelli di accrescimento delle “barriere verdi” previste per la mitigazione dell’impatto visivo”.

“Nell’esprimere una valutazione complessivamente positiva del progetto e della decisione della giunta regionale, Legambiente ritiene che per il contenuto fortemente innovativo a livello nazionale e regionale l’impianto debba essere ulteriormente migliorato sia dal punto di vista dell’inserimento paesaggistico sia da quello delle ricadute sul territorio, con la previsione di specifiche misure da studiare e progettare di concerto con la popolazione più direttamente interessata e che, a puro titolo di proposta preliminare, potrebbero includere la realizzazione di un centro dimostrativo sulle energie rinnovabili e sulla compatibilità tra fonti energetiche rinnovabili e agricoltura.

Il centro potrebbe costituire un vero e proprio laboratorio di sperimentazione ed essere aperto a visite per scuole e cittadini in connessione e sinergia con altre esperienze di innovazione energetica realizzate in Sardegna. L’area del sito non occupata dall’impianto potrebbe essere destinata alla realizzazione di un Giardino della Biodiversità. La realizzazione di una filiera di approvvigionamento delle biomasse sostenibile a corto raggio e con modalità che consentano al termine del periodo di funzionamento dell’impianto di incrementare del 50% la superficie forestata, rispetto a quella attuale. Il miglioramento della viabilità rurale nella zona circostante l’impianto. La fornitura di energia elettrica agevolata per gli abitanti delle borgate di San Quirico e Tiria”. (www.sardiniapost.it)

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