Dic 16

Dentro o fuori: il bivio per costruire una nuova politica.

“Proviamo a guardare l’Italia da fuori, dall’alto, da un asteroide, da un mondo lontanissimo. Da quell’altezza non ci si chiede cosa davvero Maria Elena Boschi abbia detto a Vegas e a Ghizzoni, e quanto abbia mentito al Parlamento (questioni serissime, beninteso).

Ma anche da lassù appare pazzesco che un ministro di un partito che si definisce di “centrosinistra” debba render conto del rapporto tra il suo potere e gli interessi della sua famiglia, così legati a una banca.

Ministro vuol dire, letteralmente, servo, servitore: del popolo. E in questo momento, chiunque ambisca ad avere un rapporto, anche il più blando possibile, con la parola “sinistra” dovrebbe spendere ogni parola, ogni energia, ogni telefonata non per le banche, ma per i poveri. È una questione di priorità.

Perché otto uomini più ricchi del pianeta possiedono la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi più poveri. E perché in Italia 18 milioni di noi (quasi uno su tre) è a rischio di povertà e esclusione sociale.

E questo governo, il governo della Boschi e dei suoi dialoghi bancari, non ha fatto nulla di nulla: “Basti ricordare la miseria del Rei approvata dal governo – scrive Giuseppe De Marzo, coordinatore della Rete dei Numeri Pari di Libera – che arriva solo a un quarto degli aventi diritto e che nemmeno copre esigenze basiche di dignità delle persone, esponendole a forme di umiliazioni insopportabili.

Universalismo selettivo e istituzionalizzazione della povertà sono i risultati prodotti, violando gli obblighi previsti dalla nostra Costituzione. Questa classe dirigente con la sua volgare eloquenza continua a ignorare i bisogni ed i diritti di milioni di italiani, condannando il paese a rimanere immerso nella frustrazione.

La manifestazione “Diritti senza confini” oggi più che mai rappresenta uno spazio pubblico in cui unire le voci, le proposte e le lotte di chi è convinto che i diritti sociali, la dignità di ogni essere umano e l’impegno contro ogni forma di ingiustizia sociale e razzismo siano le fondamenta sulle quali ricostruire democrazia e partecipazione”.

Leggendo queste parole, non vi pare che gli sms tra la Boschi e Vegas, le richieste di risarcimento danni , gli equilibrismi di Gentiloni e l’arroganza di Renzi… non vi pare che tutto questo si colori di una luce surreale, di un alone di indicibile vergogna? Sarebbe questa la politica?

E anche nel migliore dei casi, cioè nella sinistra lontanissima dalla Boschi e da quel circo, c’è o no la consapevolezza che l’unica politica possibile deve rompere con tutto questo, innanzitutto culturalmente? C’è o no la capacità di rovesciare il tavolo, cambiare linguaggio, invertire la rotta?

Tra leader di palazzo scelti a tavolino, foglioline di fico e autoperpetuazione di ceto politico la risposta sembra un no. Non c’è traccia di rivoluzione culturale. Non si vede all’orizzonte una sinistra capace di imporre al discorso pubblico un’altra agenda: e anzi, si vede una sinistra succube del modello mainstream, subalterna culturalmente e così desiderosa di essere accettata da mimetizzarsi. Sembra mancare lo spazio per costruire qualcosa che non sia un piccolo Pd senza il giglio magico. Tutto è costruito “dal dentro”, manca qualcosa di dirompente: qualcosa che venga da fuori, a scompaginare conti e carte.

È per questo che sarò alla manifestazione per i “Diritti senza confine”, che chiederà una cosa sola: giustizia. E cioè libertà di circolazione e di residenza; regolarizzazione dei migranti presenti in Italia; abolizione delle leggi repressive e delle politiche securitarie.

E si batterà per solidarietà, antirazzismo ed uguaglianza; per il diritto all’abitare, e per il diritto ad una conoscenza che non sia merce. E lo farà mettendo insieme un vasto mondo, religioso e laico. Un mondo per cui l’etichetta della sinistra forse non basta, e non serve, più.

È una manifestazione di umanità, e per l’umanità. Per il pieno sviluppo della persona umana che l’articolo 3 della Costituzione fissa come bussola per ogni politica. È una politica lontanissima dal palazzo, dai sondaggi, dai leader e dal discorso mediatico. È l’unica politica possibile: per cambiare tutto. Da fuori”. (Tomaso Montanari).

Dopo il tavolo tecnico sulla Sartiglia 2018, che si è tenuto in Questura l’11 dicembre scorso, a cui avevano partecipato, oltre al Questore e ai funzionari della Polizia, il sindaco di Oristano, presidente e direttori (tecnico e amministrativo) della Fondazione Sartiglia, e il comandante della Polizia Locale, questa mattina per proseguire la discussione sugli aspetti più importanti relativi ai servizi di ordine pubblico per la Sartiglia 2018, il Questore Giovanni Aliquò ha incontrato il presidente della Fondazione Sartiglia Angelo Bresciani, i presidenti dei Gremi Mario Perria e Andrea Sanna, e i due Componidoris Andrea Solinas e Antonio Giandolfi. Una volta ricordate le rispettive esperienze sulla Sartiglia 2017, si è discusso, fra l’altro, degli orari di inizio e fine della manifestazione, degli obblighi dei cavalieri e delle tipologie e modalità dei controlli che verranno effettuati durante la Sartiglia. Per circa due ore si è dibattuto su argomenti cardine, durante i quali sono stati sottolineati i principi di legalità, lealtà e sportività (in tutte le loro sfaccettature) come pilastri fondamentali della Sartiglia. Durante l’incontro, anche alla luce della ormai nota “ordinanza Martini”, tutti hanno convenuto sull’opportunità che i test etilometrici e antidoping siano organizzati in modo da garantire il rispetto di chi dovrà effettuarli in via ordinaria (con controlli gestiti dagli organizzatori) ed, eventualmente, in via straordinaria (con controlli da parte delle autorità). Sono state poi messe a fuoco, in particolare, le responsabilità per i danni causati (in pista e fuori) da cavalieri trovati non in regola, e si è discusso su come organizzare al meglio i servizi per evitare questi rischi. Il Questore ha sollecitato la collaborazione dei Cavalieri e della Fondazione affinché, per l’assicurazione obbligatoria e l’affiliazione al Coni, siano individuate le modalità che, nel rispetto della tradizione, consentano di garantire la massima sicurezza ai cavalieri e agli spettatori.

Da oggi le luminarie natalizie brillano anche nelle frazioni e nelle borgate di Oristano. Per la prima volta non sarà solo il centro del capoluogo ad essere illuminato per rendere più coinvolgente l’avvicinarsi del Natale. Anche le frazioni potranno vivere l’atmosfera della festa non solo nelle abitazioni private dove, com’è ormai tradizione, dall’8 dicembre anche un piccolo alberello o un modesto presepe ricorda che il Natale è alle porte. Già da ieri, infatti, il comune era al lavoro per sistemare gli addobbi luminosi a Donigala, Nuraxinieddu, San Quirico, Massama, Torregrande, Rimedio, Silì, e da oggi si accenderanno le luci per allietare i giorni della festa più importante dell’anno. Il servizio manutenzioni del comune ha, inoltre, terminato di addobbare anche l’albero di Natale all’esterno della Cattedrale. L’operazione, promossa dall’intera giunta, ha preso vita grazie all’impegno del sindaco Andrea Lutzu, del vicesindaco Massimiliano Sanna e dell’assessore Riccardo Meli, che hanno contribuito all’impegno assunto in campagna elettorale di ridare, con gradualità, alle frazioni la dignità che compete loro in termini di decoro e servizi. Un cammino doveroso nei confronti degli abitanti delle frazioni oristanesi.

Il 12 dicembre scorso le associazioni dei consumatori, Adiconsum, Casa del consumatore, Codici, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento difesa del cittadino e Unione consumatori, hanno ricevuto una comunicazione “formale”, con la quale Abbanoa avvisava che avrebbe introdotto la procedura di “soluzione negoziata”, definendola come “nuovo strumento per la definizione bonaria delle controversie”, nonché “evoluzione della conciliazione paritetica”. “Le associazioni – si legge in una nota -, preso atto della decisione unilaterale e non concertata da parte del gestore del servizio idrico della Sardegna, esprimono la più viva preoccupazione per l’adozione di una procedura che, priva di un regolamento che garantisca l’effettiva partecipazione dell’utente, si traduce sostanzialmente in un mero reclamo di seconda istanz.a senza le dovute tutele di 2° livello che dovrebbero invece caratterizzare la fase di una definizione bonaria delle controversie, e necessarie anche ai fini di un utile e proficuo esperimento della procedura. La procedura di conciliazione paritetica – si legge ancora nella nota – presenta certamente degli aspetti da perfezionare ma, in oltre cinque anni di piena operatività, ha consentito la definizione stragiudiziale di migliaia di controversie, con assoluto vantaggio sia per gli utenti che per la società. La stessa Abbanoa, in numerose occasioni, ha espresso entusiasticamente i risultati positivi conseguiti attraverso le conciliazioni e, di conseguenza, non si comprendono le ragioni dell’adozione di tale nuova procedura. La scelta imposta dal Gestore agli utenti sardi – sostengono le associazioni dei consumatori – appare priva di qualsivoglia effettiva motivazione, se non quella di privare l’utente di una tutela qualificata” Per questo motivo . le associazioni hanno chiesto che, in ogni caso, sia mantenuta la procedura di conciliazione paritetica tuttora in vigore, che consente al consumatore di potersi avvalere di uno strumento essenziale e qualificato per la tutela dei propri diritti perchè, a detta delle associazioni dei consumatori, “…solo e soltanto attraverso la conciliazione è possibile pervenire alla piena soddisfazione dei diritti degli utenti”. Adiconsum, Casa del consumatore, Codici, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Movimento difesa del cittadino e Unione consumatori contestano “…alla luce degli obblighi oggi vigenti, l’adozione di uno strumento con le caratteristiche previste dall’azienda, posto che il quadro normativo di riferimento impone l’adozione di misure ben diverse da quelle poste in esser oggi da Abbanoa con la cosiddetta soluzione negoziata”, e al contrario ritengono che “…che ci debba essere un’evoluzione dell’attuale procedura di conciliazione paritetica… e auspicano che il gestore del servizio idrico integrato della Sardegna ponga mano in maniera definitiva e decisa al proprio operato in tale ambito, ottemperando in maniera costruttiva, fra le altre cose, al dovere di confronto e consultazione con le associazioni dei consumatori, che svolgono un’attività di difesa e tutela dei diritti dei cittadini sardi. Ci duole concludono le associazioni nel comunicato – constatare che, ancora una volta, ci si trovi davanti ad una occasione non colta dall’azienda: quella di cooperare e di lavorare insieme, per raggiungere soluzioni che possano realmente aiutare il cittadino nell’ambito delle problematiche del servizio idrico integrato. Per questi motivi chiediamo di convocare con urgenza,alla presenza dei vertici aziendali, il “tavolo permanente di consultazione”, istituito con l’accordo sottoscritto in data 8 luglio 2008”. (Giorgio Vargiu, presidente Adiconsum; Michele Milizia, presidente Casa del consumatore; Enrica Badas, presidente Codici; Giorgio Vidili, segretario Cittadinanzattiva; Andrea Pusceddu, presidente Federconsumatori; Federica Deplano, presidente Movimento difesa del cittadino; Monica Satolli, segretaria Unione consumatori).

In occasione delle feste di fine anno il servizio di raccolta dei rifiuti, a Oristano subirà delle modifiche. Questo il calendario:

  • 25 dicembre e 1° gennaio: non verrà eseguito alcun servizio di raccolta;

  • 26 dicembre e 6 gennaio: servizio di raccolta regolare;

  • 25, 26 dicembre, 1° e 6 gennaio: il servizio di ritiro pomeridiano per le utenze commerciali non verrà eseguito;

  • sabato 23 dicembre anticipo del servizio del 25 dicembre – dalle ore 12 raccolta del secco (zona 3-frazioni) e del vetro (zona 4);

  • mercoledì 27 dicembre posticipo del servizio del 25 dicembre – dalle 12 raccolta della carta (zona 6) e della plastica (zona 1);

  • sabato 30 dicembre anticipo del servizio del 1° gennaio – dalle 12 raccolta del secco (zona 3-frazioni) e del vetro (zona 4);

  • martedì 2 gennaio 2018 posticipo del servizio del 1° gennaio – dalle 12: della carta (zona 6) e della plastica (zona 1).

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.