Nov 30

Zone umide: Golfo di Oristano e Sinis in un progetto pilota.

Dar vita a un laboratorio che con azioni concrete per la tutela e la valorizzazione delle zone umide, sia d’esempio per tutto il bacino del Mediterraneo. E’ l’obiettivo di “Maristanis”, progetto pilota presentato oggi alla Mem di Cagliari per la definizione di un sistema di gestione integrata delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano e del Sinis.

Il progetto è coordinato dalla Fondazione Medsea, in collaborazione con l’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre, e finanziato con oltre 4 mln di euro dalla Fondazione svizzera Mava. “Maristanis” avrà una durata di sei anni e coinvolge 12 comuni (Oristano, San Vero Milis, Riola Sardo, Nurachi, Cabras, Santa Giusta, Palmas Arborea, Arborea, Terralba, Guspini, Arbus e Cuglieri) che insistono sulle sei aree interessate (Sale’e Porcus, Mistras, Stagno di Cabras, Pauli Maiori, S’Ena Arrubia, Corru S’Ittiri, Marceddì, San Giovanni).

Un allarme globale ha ispirato il progetto: “Nel mondo le zone umide stanno scomparendo più velocemente di qualsiasi altro ecosistema, con l’estinzione conseguente di numerose specie vegetali e animali – ha spiegato Vania Statzu della Fondazione Medsea; bisogna dunque salvaguardare le aree esistenti, spesso in stato di degrado e abbandono, coinvolgendo la classe politica e mettendo a punto campagne di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Le zone dell’Oristanese coinvolte “forniscono significativi benefici economici, sociali e culturali e sono siti di primaria importanza per la biodiversità”.

Si tratta, secondo Luis Costa della Fondazione Mava, “…di un sistema ecologico unico, ricco di biodiversità, che va tutelato, conservato e valorizzato. Tra i 32 progetti ne abbiamo scelti 4. Oltre alla Sardegna, i nostri sforzi si concentreranno su un’iniziativa nell’ex salina Bajo Sekulic, vicino a Ulcinj nel sud del Montenegro, un progetto a Ghar-el-Melah (Tunisia), e uno sulla foce del fiume Buna in Albania”. “Siamo sulla strada giusta – ha dichiarato Tobias Salathé della Convenzione di Ramsar – ma dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi”.

La Sardegna può verificare e controllare i flussi di entrate spettanti in base allo Statuto e richiedere in futuro allo Stato di poter operare l’accertamento e la riscossione con il trasferimento delle competenze, ma non può riversare le risorse direttamente nelle proprie casse, o tramite l’Agenzia sarda delle entrate, prima che arrivino alla Tesoreria unica nazionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale ‘salvando’ sette punti su nove della legge regionale che istituisce l’Agenzia sarda delle entrate (Ase), impugnata in alcune sue parti dal Governo. La Consulta, con una sentenza pubblicata oggi, ha cassato il flusso diretto verso l’Ase delle entrate spettanti alla Sardegna in base allo statuto autonomistico. Conseguentemente è stato dichiarato incostituzionale anche il passaggio successivo con il quale l’Agenzia avrebbe dovuto riversare nelle casse regionali le entrate di competenza dell’Isola. Secondo i giudici, la norma “introduce un passaggio intermedio che contrasta con la previsione del riversamento diretto di tali risorse dallo Stato alle casse regionali disposto dalla norma di attuazione statutaria. In tal modo, quest’ultima, lungi dall’essere rispettata, come testualmente proclamato dalla disposizione censurata, risulta invece disattesa”. Via libera, invece, agli articoli della legge istitutiva dell’Agenzia che prevedono le diverse forme di verifica interna all’amministrazione regionale sull’esatta quantificazione dell’ammontare delle compartecipazioni ai tributi erariali spettanti alla Regione e sulla correttezza dei dati e dei calcoli effettuati dallo Stato. Salva anche l’istituzione del Comitato di indirizzo regionale sulle entrate (Cire) all’interno dell’Ase. “La sentenza è molto favorevole per la Regione – ha commentato il presidente Francesco Pigliaru – perché riconosce la legittimità dell’Agenzia sarda delle Entrate in tutti i suoi principali aspetti. Eravamo certi delle nostre ragioni, tanto che abbiamo chiesto con forza al Governo di ritirare il ricorso. Siamo invece arrivati alla sentenza e adesso, con grande soddisfazione, vediamo che avevamo ragione, che delle nove eccezioni sollevate ne viene accolta soltanto una e peraltro marginale, il che permette all’Ase di essere pienamente operativa. Particolarmente importante il fatto che non sia stato accolto il ricorso sull’articolo 3: questo significa che possiamo proseguire con la trattativa verso l’intesa con lo Stato per il riversamento dei tributi. È infine significativo che la Corte richiami lo Stato all’obbligo di un confronto chiaro e trasparente con la Regione per garantire la salvaguardia delle risorse e il rispetto delle prerogative dell’autonomia speciale”. “L’unica norma che la Corte ha considerato illegittima è un aspetto assolutamente secondario della legge”, ha detto l’assessore regionale del Bilancio Raffaele Paci. “I giudici cioè dicono che i tributi non possono essere versati in prima battuta nei conti dell’Ase ma in quelli della Tesoreria unica intestati alla Regione: una questione davvero marginale per noi, visto che fra l’altro era già previsto che l’Ase entrasse nel sistema della Tesoreria unica, dunque non c’è alcun problema a fare le correzioni formali che ci vengono richieste. Quello che invece conta è il riconoscimento pieno delle funzioni dell’Agenzia, quelle sì particolarmente importanti per garantire l’autonomia finanziaria sul controllo e la trasparenza dei nostri conti. Un concetto su cui la Corte insiste particolarmente, sottolineando che la Vertenza Entrate è stata generata proprio dalla mancanza di confronto e controllo sulle entrate a cui la Regione ha diritto, e ribadendo che se lo Stato negasse quel confronto sarebbe ‘un’ingiustificata compressione dell’autonomia stessa della Regione’. Un quadro molto chiaro, insomma – conclude Paci – che ci soddisfa pienamente e ci dà ragione del lavoro fatto: ora andiamo avanti con la selezione per il direttore generale in modo che da gennaio l’Ase possa essere pienamente operativa”. Nonostante la bocciatura sul riversamento diretto delle entrate nelle casse regionali, il Partito dei Sardi esulta per la sentenza della Corte Costituzionale. In particolare per il mantenimento dell’articolo 3 della legge istitutiva dell’Agenzia sarda delle entrate (Ase) con la previsione che l’Isola potrà richiedere allo Stato, con il trasferimento delle competenze, l’accertamento e la riscossione delle entrate proprie e compartecipate. “Ora più che mai la Sardegna deve prendere coraggio, far funzionare l’Ase – sprona il segretario Franciscu Sedda – completare l’inversione dei flussi, accelerare nel trasferimento delle funzioni di accertamento e riscossione, guardare con ambizione e creatività ad una propria politica fiscale”. Secondo Sedda, la Consulta “ha di fatto detto che la Sardegna e il Partito dei Sardi avevano ragione e il Governo italiano torto. La Sardegna e il suo Governo avevano ragione a portare avanti la legge sull’Agenzia sarda delle Entrate e a costruire uno strumento per tutelare gli interessi e i soldi dei sardi. Il Partito dei Sardi – incalza il segretario – aveva ragione nel denunciare duramente l’atteggiamento persecutorio dell’Italia nei confronti della Sardegna e la slealtà dei Governi italiani nei confronti delle nostre istituzioni e dei nostri diritti legittimi come popolo”. “Ora è tempo di fare tesoro di questa esperienza e far sì che la politica sarda abbia costantemente la capacità di osare. È tempo che la politica sarda smetta di credere nell’idea dei ‘governi amici’ a Roma”. (Ansa).

Sulla sentenza della Corte Costituzionale in merito al ricorso del Governo sulla legge che istituisce l’Agenzia sarda delle Entrate, si va dai trionfalismi della giunta Pigliaru e del PdS alle perplessità dell’opposizione di centrodestra.“Se andiamo a leggere con curiosità la sentenza e a rileggere con attenzione la legge istitutiva dell’Agenzia sarda delle Entrate, dobbiamo prendere atto che in sostanza nulla è cambiato, né nel potere dello Stato, né nell’orientamento della giurisprudenza costituzionale – ha osservato il commissario di Fi per l’area metropolitana di Cagliari, Giorgio La Spisa –. Il Ministero dell’Economia, che attraverso l’Agenzia delle Entrate (statale) riscuote le tasse, continuerà a riscuoterle e a devolverle solo successivamente alla Sardegna. L’impugnazione del Governo è stata accolta sull’unico elemento concreto e innovativo della legge regionale: la norma che prevedeva che le somme spettanti alla Regione fossero trasferite direttamente alla Agenzia sarda e non confluissero in uno dei conti infruttiferi, che costituisco il sistema della tesoreria erariale manovrata dallo Stato centrale. Solo un ingenuo può affermare che si tratti di un aspetto assolutamente secondario della legge”. “Il vero cuore della legge – hanno sostenuto Michele Cossa e Franco Meloni dei Riformatori – era costituito dalla previsione che le entrate di spettanza della Regione dovessero affluire direttamente all’Ase, e che poi da lì, tramite una delibera di giunta, fossero riversate nelle casse della Regione. Insomma questo specifico punto, ove entrato effettivamente in vigore, avrebbe rappresentato una vera e propria rivoluzione tributaria e fiscale. La Corte Costituzionale ha detto in sostanza che l’Ase può certo controllare l’andamento dei tributi, ma ha bocciato quella che rappresentava l’arrosto, cioè il trasferimento della raccolta tributaria dallo Stato alla Regione. Insomma, la parte della legge che la Corte lascia in piedi è totalmente superflua, salvo che l’inutile Ase costerà qualche milione di preziosi soldi dei sardi, ma la si farà per dare qualcosa al Partito dei Sardi che deve poter esibire un trofeo, sia pure fasullo, ai suoi elettori”.

L’assessorato alla Cultura del comune di Oristano organizza la rassegna “Il cinema siamo noi”. Numerosi gli appuntamenti previsti per tutto il mese di dicembre, a partire da lunedì prossimo, tra proiezione di film, presentazioni di libri, laboratori di critica cinematografica e momenti di formazione e confronto. Il ricco programma sarà presentato venerdì, a palazzo Campus Colonna, dal sindaco Andrea Lutzu, dall’assessore alla Cultura Massimiliano Sanna e dal direttore artistico della rassegna Antonello Carboni.

Sabato 2 dicembre, alle 18, al Museo Diocesano Arborense, in Piazza Duomo, a Oristano, sarà inaugurata la mostra temporanea intitolata “Mauro Ferreri: Arte Fede e Sartiglia”. Nato a Oristano nel 1957, Mauro Ferreri ha operato come pittore figurativo moderno di taglio realista dal 1975 al 2013, anno della sua scomparsa. Il Museo Diocesano ha accolto la proposta di Giorgio Mocci e altri amici, che desiderano ricordarlo in occasione del 60° dalla nascita con una mostra antologica a lui dedicata. Diplomatosi all’Istituto Europeo di Design di Cagliari nel 1990 in “Design per l’Artigianato e l’Industria”, fin da giovanissimo Ferreri lavorò con varie tecniche. Ecco come nel 1978 Giuseppe Pau introdusse il catalogo di una sua personale: “Ferreri è nato pittore, e dipinge con quella schiettezza e quella tumultuosa improvvisazione che è ben nota in tutti i giovani grandi pittori”. La mostra ripercorre la sua produzione artistica, con una selezione di opere nelle quali si affrontano i temi più vari: scorci di paesaggi, le vie e gli edifici dell’antica Oristano, soggetti sacri e nature morte, ma il tema predominante, a lui molto caro, è lo scenario della Sartiglia. Ad arricchire l’esposizione sarà proiettato, in anteprima, il documentario “Espressione gergale”, a cura di Daniele Rosano. Girato nel 2000, il video illustra la dimensione poetica nella quale l’artista operava durante la sua produzione pittorica. Sarà proiettato anche un video realizzato da Antonello Carboni, con la consulenza di Roger Emmi, che presenta una selezione di dipinti sulle note del brano “Sartiglia”, eseguito dal coro Maurizio Carta. L’evento è stato curato con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del comune di Oristano e della Fondazione Sa Sartiglia. La mostra sarà visitabile fino al 4 febbraio, il giovedì e il venerdì dalle 17 alle 20, il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.

Il traffico sulla statale 131 è rimasto bloccato per alcune ore, questa mattina, per consentire la rimozione di un Tir che si era schiantato contro il guardrail. L’incidente è avvenuto intorno alle 2 di notte, in territorio di Oristano, sulla corsia in direzione Cagliari, tra il bivio di Fenosu e quello di Santa Giusta. L’autista è rimasto illeso e non sono rimasti coinvolti altri veicoli. Sul posto è intervenuta subito la Polizia stradale di Oristano, che ha regolato il traffico fino alle prime luci dell’alba, quando i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Oristano hanno cominciato le operazione di recupero del mezzo, che era rimasto incastrato tra le lamiere del guardrail.

 

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