Nov 04

Milioni per la clinica e cemento sul mare: corte del Pd all’emiro.

Via Qatar si trova a Olbia, fra la zona industriale e il mare. È solo uno degli omaggi alla trasformazione della Gallura in colonia benedetta dal governatore berlusconiano Ugo Cappellacci e oggi ancor di più dal renziano Francesco Pigliaru.

Colonia al punto da poter confezionare una legge urbanistica per tutta l’isola a misura degli interessi immobiliari dell’emirato in Costa Smeralda nelle vesti di salvatore dell’economia isolana. Chissà se ne hanno parlato mercoledì a Doha il premier Paolo Gentiloni e l’emiro del Qatar, Tamin bin Hamad Al-Thani.

Prima la bandiera granata a nove punte ha sventolato sugli hotel dorati di Porto Cervo, poi sul grande ospedale che fu di don Verzé, infine sulla compagnia aerea Meridiana. Quando lo sbarco nell’isola ha passaporto qatariota è tutto un inginocchiarsi. Defunta la Sir di Rovelli e circoscritta la Saras dei Moratti nell’area di Cagliari, l’emirato è oggi la presenza economica estera più forte in Sardegna.

Tutto è avvenuto in cinque anni: il primo colpo fa data al 2012, quando la Qia (Qatar Investment Foundation) compra la Costa Smeralda dall’indebitato finanziere americano Tom Barrack. Il pacchetto comprende quattro resort tra i più prestigiosi al mondo, la Marina, il Pevero golf club e 2.300 ettari di terre ancora vergini. Oggi l’unico proprietario è lui, l’emiro Tamin bin Hamad Al-Thani.
Un solo ostacolo rallenta l’espansione del suo braccio immobiliare “Sardegna Resort”: il Piano paesaggistico regionale (Ppr) del governatore Renato Soru: dal 2006 obbedisce al Codice del Paesaggio ed è l’unico argine all’avanzata del cemento. Per i qatarioti è un problema: i petroldollari ci sono, ma i progetti si infrangono sulla legge.

Per fortuna c’è il Pd e il suo governo: nel maggio scorso Mario Ferraro, manager di Sardegna Resort e Qatar Holding ha consegnato alla commissione urbanistica regionale una nota in cui si chiede di alleggerire nella prossima legge urbanistica il vincolo di inedificabilità entro i 300 metri dal mare. La politica isolana si piega docilmente e conferma nel disegno di legge il regalo già anticipato ai costruttori col piano casa firmato dall’assessore all’urbanistica Cristiano Erriu: via libera agli aumenti di cubatura per le strutture già esistenti.

Se il contestatissimo disegno di legge supererà lo scoglio del Consiglio regionale e della protesta ambientalista, hotel, resort e seconde case potranno allargarsi di un quarto “anche in deroga agli strumenti urbanistici”. E addio Ppr. Un’inversione di tendenza inspiegabile, a meno di non pensare a uno scambio. La salvezza dell’ospedale Mater Olbia per il via libera alle nuove cubature: “Un’eccellenza sanitaria che darà lavoro a 600 persone” (Regione dixit) che non guasta mai in campagna elettorale. Clinica sottratta a morte certa ma pagata col sacrificio del paesaggio. Basta unire i punti di questa storia coloniale.

Il Mater è nato come struttura privata del San Raffaele di don Verzé e finito nel crac della Fondazione Monte Tabor. Nell’estate 2014 arriva il fondo dell’emiro che lo rileva per 1,2 miliardi di euro dalle banche creditrici. Un’operazione costruita in anni di relazioni diplomatiche condite dai viaggi a Doha di Mario Monti ed Enrico Letta e che avrà in Matteo Renzi il suo più autorevole sponsor nonché padrino al taglio del nastro (maggio 2015). Il progetto sembra già approvato nel 2013 quando viene sottoscritta una manifestazione di intenti tra Cappellacci, allora governatore, Rashid Al Naimi, Ad del fondo Qatariota, e Giuseppe Profiti manager del Bambin Gesù (poi rinviato a giudizio in Vaticano per distrazione di fondi nella vicenda dell’attico del cardinale Bertone).

Cinque mesi dopo cambia la Giunta, ma il neo-presidente dem Pigliaru firma un protocollo d’intesa in cui la Regione si impegna, se la Fondazione qatariota comprerà l’ospedale, a “porre in essere tutte le autorizzazioni e accreditamenti”. Poi, nel luglio scorso, il partner del Qatar diventa l’ospedale cattolico Gemelli di Roma. Come dire “Comprate e avrete tutte le porte aperte”.

Appena cinque giorni dopo (21 maggio 2014) arriva l’intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri sottoscritta da Renzi: pieno sostegno all’iniziativa, deroghe per il tetto di spesa regionale e per il numero dei posti letto. Una bella corsia preferenziale, anche se passerà un altro anno prima che possa sbarcare in Sardegna con tutti gli onori per inaugurare il cantiere. Renzi twitta entusiasta: “Oltre un miliardo di investimenti dal Qatar e si sblocca finalmente il Mater Olbia. Prezioso non solo per la Sardegna #lavoltabuona”.

Ma il Mater rimane un’incompiuta e l’inaugurazione slitta: doveva arrivare a marzo 2015, ora pare si arrivi al 2018, ma c’è anche chi teme non aprirà prima del 2020. E mentre le date si rincorrono, la politica lavora per il Qatar. La cosa importante è non far scappare l’investitore d’oro, e così nell’imponente riforma sanitaria che ridefinisce la rete ospedaliera di tutta l’isola succede che il consiglio regionale voti a maggioranza bipartisan per posticipare al 2020 l’assegnazione dei posti letto per la sanità privata: fate con calma, la Regione e i malati possono aspettare.“Questa è buona politica, il Mater figlio di tutti, Cappellacci e Pigliaru, rende giustizia a un’intera classe”, festeggia il deputato Pd Giampiero Scanu.

La strada sembra tracciata: più cemento e deroghe, in cambio dei petrodollari in un’isola martoriata dalle crisi industriali. L’ultimo salvataggio riguarda Meridiana, compagnia aerea di Olbia fondata dal principe Karim Aga Khan mezzo secolo fa, da tempo in grave sofferenza con oltre 1600 esuberi. Un mese fa la Qatar Airways ha acquisito il 49% di Meridiana Fly assumendone però il pieno controllo col plauso di politica e sindacati.

La promessa è un nuovo piano industriale e il raddoppio della flotta. Un negoziato durato tre anni col sostegno del governo e il raccordo con l’ambasciatore Qatariota in Italia. Solo l’ultimo segno dell’asse renziano Italia-Qatar con la Sardegna targata Pd principale avamposto. (Nicola Girau, il Fatto Quotidiano).

Giovedì 9 novembre, alle 18, presso l’aula magna del Centro Diocesano di Teologia, in via Cagliari 179, a Oristano, l’Arcivescovo Ignazio Sanna inaugurerà l’anno di studio e formazione 2017-2018 con una lezione dal titolo “Quale teologia per quale Chiesa”. L’incontro, aperto a tutti, inaugurerà un percorso di studio, orientato a due finalità: la formazione teologica personale e la formazione ai ministeri ecclesiali. A partire dal 9 novembre, giorno dell’inaugurazione, sarà possibile iscriversi per il percorso ordinario, in vista di un eventuale attestato di frequenza e partecipazione da registrare nel libretto personale accademico, che verrà consegnato al momento dell’iscrizione (previa la consegna di due foto tessera). L’iscrizione all’intero percorso annuale (ognuno può scegliere liberamente i corsi da seguire) sarà di 30 euro. Le lezioni si terranno di giovedì dalle 16,30 alle 20,30. Il Centro Diocesano di Teologia, diretto da Roberto Caria, ha la sede principale in via Cagliari 179, mentre le altre sedi distaccate sono presso il salone parrocchiale di Ghilarza (centro di riferimento geografico e culturale per l’Alto Oristanese), e il salone parrocchiale di Atzara (località accessibile per tutta la Barbagia e l’Alta Marmilla).

Per il ciclo di eventi “Leggendo ancora insieme”, venerdì 10 novembre, alle 18, la Pinacoteca Comunale ospiterà la presentazione del libro di Annalisa Grova “Il bacio del risveglio”. Sfogliando le pagine del suo diario, l’autrice ripercorre le tappe di vita che l’hanno portata, tra il 1999 e il 2007, a cambiare sguardo su se stessa e sul mondo. Da una Spa in Toscana al trasferimento con la famiglia a New York, dove insieme ai tragici eventi del 2001 crollano anche le certezze della sua vita. Una storia affascinante e coinvolgente, che attiva con semplicità un processo di evoluzione e profonda guarigione spirituale. Con la collaborazione di Giusy Valent. Dialoga con l’autrice Gian Marco Mocci.

L’Associazione nazionale atleti diabetici (Aniad) Sardegna onlus, in occasione della “Giornata Mondiale del Diabete 2017”, sarà presente con uno stand di informazione e sensibilizzazione al primo piano del Centro commerciale Porta Nuova di Oristano, l’11 e il 12 novembre, dalle 9.30 alle 20. Per l’occasione sarà allestita una mostra fotografica “Immagina il Diabete”, un progetto ideato e realizzato da Benedetto Mameli e altri soci Aniad. Un modo per far capire a chi non ha il diabete di cosa si tratta e, allo stesso tempo, per far capire a chi ha il diabete che riuscendo ad accettarlo e rispettarlo può diventare un compagno di vita dalle sfaccettature positive. Nelle due giornate (sabato 11 novembre, dalle 15 alle 20, e domenica 12 novembre dalle 9.30 alle 13) uno spazio arà dedicato all’ortopedico Nicola Pusceddu e alla podologa Stefania Floris, che si occuperanno dello screening del piede diabetico. I motivi che hanno spinto l’Aniad a organizzare l’iniziativa sono diversi e tutti importanti: 1) parlare di questa patologia, che ormai colpisce sempre più persone; 2) informare sulle possibili complicanze dovute a una scorretta terapia; 3) essere presenti alla “Giornata Mondiale del Diabete” per testimoniare che il diabete non è un limite e neppure una vergogna, ma è una diversità e un’opportunità che ci rende più forti e determinati a vivere una vita sana e bella; 4) capire come l’attività fisica sia, non solo per chi ha il diabete, ma per tutti, un fondamentale piedistallo per la nostra vita, non solo dal punto di vista fisico e salutare, ma anche sociale; testimoniare la forza del Gruppo e dell’Associazione nel mondo del diabete.

 

 

7 comments

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    • Che ce vado on 4 novembre 2017 at 18:04
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    Il mater ha tagliato i posti letto esistenti negli altri ospedali.
    Sono schifato nel vedere che dopo anni di anti silvietto ci troviamo delle nullità che fanno peggio del vecchietto. E’ giusto che renzino e silvietto siano disintegrati alle prossime elezioni, non mi frega niente se ci saranno degli inesperti perchè questi esperti hanno rubato tutto per anni. Marte è la loro prossima tappa!

    • Salvatore S. on 4 novembre 2017 at 19:36
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    La Giunta dei professoroni ha fallito alla grande. La cosa non mi meraviglia, perchè una Giunta dove il partito di maggioranza è il PD non poteva che finire in maniera indecente. Lo dico con rammarico perchè ho sempre votato per il Centrosinistra, anche se non lo voterò mai più in vita mia, ma da frilli della politica non ci si poteva aspettare che questa fine indecorosa. Se pensiamo che ai vertici del PD regionale ci sono ancora politici obsoleti come Cabras, Fadda, Soru, Ganau, Marroccu, Cucca…. non capisco dove vuole andare il Centrosinistra in Sardegna. Per carità, uno squallore assoluto.

    • drastico on 4 novembre 2017 at 20:53
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    d’accordissimo con che ce vado. un solo termine rappresenta l’attuale giunta regionale: stomachevoli! poi si chiedono come mai la gente vota m5s. boh!

    • bibi on 4 novembre 2017 at 21:17
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    In sardegna da molto tempo si sa che quella che dovrebbe essere la nuova legge urbanistica voluta dal Pd farà, se approvata, la gioia dei cementificatori del Qatar e girare le scatole agli ambientalisti e a tutti i sardi di media intelligenza. Di sicuro non bisogna essere degli assessori o consiglieri regionali per capire che si tratta di un do ut des a cui Pigliaru, Erriu e compagnia scadente non vogliono sottrarsi. Che schifezza!

    • Marco B on 5 novembre 2017 at 7:01
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    Quando qualcuno dubitava dell’indissolubile legame Qatar Mater Alitalia legge urbanistica. Svendono la Sardegna.

    • Ramon on 5 novembre 2017 at 15:48
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    La Giunta Pigliaru ha fatto peggio della Giunta Cappellacci e i Sardi che non sono scemi alle prossie Elezioni Politiche e alle Regionali la faranno pagare cara al PD e ai partiti del Centrosinistra conniventi col PD.

    • Carlo on 5 novembre 2017 at 16:50
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    La schifosa legge Urbanistica di Erriu è l’esatta fotografia di che cosa intende la giunta Pigliaru per salvaguardia delle coste. Una malcelata svendita in piena regola per far piacere a Renzi, Pigliaru, Cabras/Fadda e al Quatar, fregandosene dell’ambiente e del futuro del popolo sardo… E meno male che in maggioranza c’è anche il cosiddetto Partito dei Sardi che su questa legge non ha pronunciato una sillaba… Po’ caridadi! Mi chiedo perchè questi quattro politici da strapazzo non se ne siano stati all’università o a casa invece di rovinare la Sardegna. Godetevela adesso la vostra incompetenza, perchè tra un annetto gli elettori vi butterranno fuori dalla Regione a calci nel sedere.

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