Ago 24

Il sindaco di Oristano risponde agli ululati alla luna di Maria Obinu. Lutzu contrario al riordino della rete ospedaliera.

“C’è una sottile differenza che separa la nostra amministrazione da quella che ci ha preceduto: prima di decidere noi ascoltiamo”. Il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, ha replicato così a Maria Obinu,

ex assessore ai servizi sociali e sua rivale al ballottaggio per l’elezione a sindaco, che nessuno in città ricorda più, visto che subito dopo il catastrofico risultato elettorale della candidata del Pd e di tutto il centrosinistra ha immediatamente rimosso uno dei periodi più bui della storia dell’amministrazione comunale oristanese.

“Non tema – ha detto il sindaco Lutzu rivolto alla Obinu -, prenderemo le decisioni che serviranno alla città. Lo faremo motivando le nostre scelte e spiegando a dovere ogni cosa. L’altro giorno, aprendo la conferenza stampa, ho detto che speravo si fossero superate le scorie della campagna elettorale. A giudicare da quanto leggo oggi non è così. Ma voglio che siano i fatti a parlare e i fatti parlano di progetti della passata amministrazione che sono stati fortemente osteggiati da larghi strati della città: comitati, partiti, cittadini.

Non ricordo tanta contrarietà su tanti temi importanti con le passate amministrazioni. Chi ci ha preceduto negli ultimi cinque anni non ha voluto ascoltare queste voci e alla fine ha pagato il conto. A noi non appartiene questo metodo e non cadremo in questo errore.

Su Oristano Est – ha sostenuto Lutzu – le preoccupazioni ci sono, così come, al di là dell’ironia, ci sono per le questioni che riguardano l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini che allarmano tutto il mondo, ma non Maria Obinu. Lei ritiene non serva andare a Roma a parlare con chi è chiamato a valutare e finanziare i progetti? È una sua opinione, io sono abituato a ragionare su fatti concreti, a confrontarmi e a non lanciarmi in iniziative avventurose, forse suggestive, senza avere la certezza di potermele permettere. Oristano Est andrà avanti così come è stato presentato, se ci saranno i soldi per realizzarlo. Altrimenti anche su questo sarà necessario operare delle scelte e spiegarne i motivi.

I progetti contestati dai comitati, a parte quello sulla pineta di Torregrande (per il quale c’è comunque spazio per migliorie), stiamo facendo esattamente ciò che abbiamo detto in campagna elettorale. La nostra posizione – ha detto ancora il sindaco – non cambia di una virgola. Sorprende invece l’atteggiamento ondivago di Maria Obinu, che per cinque anni ha sostenuto i progetti del sindaco Tendas, che in campagna elettorale li ha sorprendentemente e duramente contestati, e oggi ne riscopre la validità.

Maria Obinu ha, improvvisamente, scoperto Facebook, e con questo strumento contesta tutto e tutti. Critica la possibile chiusura dell’asilo di Silì, quando neanche i fruitori di quel servizio lo fanno; invita a non garantire le condizioni minime di salute per chi lavora e per i cittadini che frequentano gli uffici comunali, confermando che per anni hanno ignorato il problema. È l’ennesima conferma che Maria Obinu non ascolta la voce della gente, di chi vive i problemi nella quotidianità”.

Fin qui il sindaco di Oristano, che ha risposto, senza peli sulla lingua, a chi per cercare politicamente di esistere e rimanere a galla continua a esternare bizzarrie e accuse fondate sulla sabbia. Al sindaco Lutzu ci permettiamo di dare un piccolo e modesto suggerimento: non abbocchi alle provocazioni di chi non ha ancora ben ingoiato il rospo di una sconfitta senza precedenti, e, da oggi in poi, impieghi meglio il suo tempo in favore della comunità, non prendendo più in alcuna considerazione gli ululati alla luna di Tendas, Obinu e compagnia. Gli lasci cuocere, come si usa dire con espressione oxfordiana, nel loro brodo, perchè rispondere a rappresentanti del Pd, partito in forte crisi di identità e in perenne calo di consensi, come Tendas e Obinu (che gli Oristanesi hanno punito severamente per il “nulla” espresso nella precedente consiliatura), è tempo sprecato e sarebbe attribuirgli una considerazione che la loro bassa valenza politica (giudizio questo ampiamente condiviso dalla città) certamente non merita.

Il sindaco di Oristano, Andrea Lutzu, è contrario al riordino della rete ospedaliera che penalizza Oristano e la provincia. La posizione è stata espressa, a La Maddalena, nel corso della seduta del consiglio delle autonomie locali. Lutzu, che non ha potuto partecipare per altri impegni istituzionali, ha inviato una comunicazione, che è stata distribuita in apertura di seduta: “Voglio esprimere con forza la mia più totale disapprovazione per l’atto aziendale Ats ed il riordino della rete ospedaliera, in quanto essi appaiono gravemente penalizzanti per Oristano e per l’intera provincia – ha scritto il sindaco -. Le ragioni di ciò appaiono inspiegabili, soprattutto se si tiene conto del bacino di utenza che, considerando le zone limitrofe, arriva a circa 200 mila abitanti. L’assunto, peraltro tutto da dimostrare, che la nuova organizzazione sanitaria sarà meno dispendiosa di quella attuale e che il servizio sarà migliore, sembra ancora meno probabile per la realtà oristanese che vedrà i propri cittadini ancor più costretti a migrare verso centri di riferimento distanti e già sovraffollati di pazienti, per vedere soddisfatto il proprio diritto alla salute. Ciò è tanto più grave se si considera che si tratta di popolazioni anziane, spesso molto sofferenti e indigenti. Il contenimento della spesa – ha proseguito il sindaco di Oristano – sembra prevalere ampiamente sulla soddisfazione del bisogno di salute del cittadino, ma anche sulla gratificazione professionale e sulla salute fisica e psicologica degli operatori. La metodologia utilizzata appare addirittura prevaricatoria quando si adottano due pesi e due misure per la dislocazione delle attività specialistiche. Per quale ragione – si è chiesto Lutzu – Oristano non deve avere un Ospedale di riferimento in grado di rispondere appieno ai bisogni di salute della popolazione? Mancano presso l’Ospedale San Martino di Oristano specialità come dermatologia, ematologia, gastroenterologia, geriatria, malattie infettive, pneumologia, radioterapia, chirurgia vascolare, neurochirurgia, neonatologia, nefrologia, terapia del dolore, e diverse strutture presenti, come il centrotrasfusionale e la gastroenterologia, sono state declassate rispetto ad omologhe strutture presenti nel territorio della Ats. Altre, come radiologia e cardiologia, sono in pesante affanno per carenza di personale, con l’Emodinamica che lavora solo per dodici ore al giorno, anzichè per ventiquattro. Delle nuove strutture previste (oculistica e otorinolaringoiatria) non vengono definiti i tempi di attuazione, come pure non vengono definite le dotazioni organiche e le articolazioni strutturali”.

Per bocca del presidente regionale, Giorgio Vargiu, Adiconsum plaude ai risultati raggiunti da Abbanoa, in merito alla lotta contro l’abusivismo “…sempre che i dati diramati siano reali e atteso che nessuno ha la possibilità di conoscerli se non la stessa Abbanoa. Rimane il fatto – ha detto Vargiu – che per dodici anni questi utenti disonesti hanno potuto godere di un servizio pagato da tutti gli altri utenti, e questo con grave negligenza del Gestore Unico, che sarebbe dovuto intervenire per tempo, al fine scovare gli abusivi e denunciarli. Abusivi che, laddove esistano e lo siano davvero, devono essere denunciati non solo con comunicati stampa ma con azioni reali alla Procura della Repubblica competente per territorio. In ultimo – ha sostenuto il presidente di Adiconsum Sardegna – appare assai curioso, se non ridicolo, che a distanza di così tanto tempo (12 anni) si continui a attribuire le responsabilità della cattiva gestione del servizio alle precedenti gestioni e, in particolare, a quelle amministrazioni comunali che gestivano il servizio in economia. Le responsabilità – ha concluso Vargiu -, lo ripetiamo, sono da porsi in capo a chi ha gestito Abanoa in tutto questo tempo”.

Il presidente dell’Adiconsum è poi intervenuto, per l’ennesima volta, sulla vicenda dei ”conguagli regolatori” richiesti da Abbanoa. “Ancora un tentativo da parte di Abbanoa – ha scrito Vargiu in una nota – di presentare agli utenti una visione distorta e ingannevole della realtà, per indurli a fare scelte (pagare i conguagli regolatori) che altrimenti non farebbero. Adiconsum che, giova ricordare, è un’associazione a tutela dei diritti dei consumatori, nel dicembre 2016 ha promosso presso il Tribunale di Nuoro un’azione inibitoria avverso i “conguagli regolatori”, rimanendo fiduciosa, in attesa della valutazione da parte del giudice, circa la legittimità o meno dell’ennesimo balzello richiesto dal gestore unico. Correttezza avrebbe voluto – ha scritto ancora Vargiu – che anche il gestore rimanesse fiducioso, in attesa del pronunciamento da parte del Tribunale di Nuoro. Così non è stato, e Abbanoa ha inondato la Sardegna di vere e proprie intim(id)azioni di pagamento”, minacciando “lo slaccio” in danno degli utenti che avevano inoltrato un reclamo e sospeso momentaneamente il pagamento del balzello in attesa della nuova pronuncia del giudice. Adiconsum, a fronte di tale ennesima pratica commerciale scorretta e fortemente aggressiva, il 17 luglio scorso ha chiesto al Tribunale di Nuoro di ordinare ad Abbanoa (nell’ambito del procedimento in corso) la sospensione della stessa nelle more della pronuncia di merito sulla legittimità o meno del balzello regolatorio. Il giudice, con decreto del 4 agosto, ha disposto la comparizione delle parti davanti a sé per l’udienza del 19 settembre, ritenendo di non dover adottare alcun provvedimento inibitorio se non nella pienezza del contraddittorio tra le parti. Dunque, da parte del Tribunale non vi è stata alcuna decisione contraria alla richiesta di Adiconsum, essendosi limitato a riscontrare l’opportunità di assumere qualsivoglia decisione solo ed esclusivamente all’esito della audizione e del confronto tra tutte le parti. Dipingere l’intervento del Tribunale, privo di carattere decisorio nel merito e di mera valenza processuale, come fosse l’ennesimo “tentativo fallito di Adiconsum di bloccare i conguagli regolatori” non può certamente essere considerato quale esempio di corretta informazione verso i consumatori, e costituisce l’ennesima violazione da parte del gestore della regola fondamentale posta dal codice del consumo, che impone al professionista l’obbligo di dare corrette informazioni agli utenti. Tale informativa – ha scritto Giorgio Vargiu nel comunicato – è ancora più scorretta e capace di indurre in errore gli utenti, dal momento che essa viene fatta da un gestore che ben sa che la illegittimità della pretesa di pagamento del conguaglio è stata dichiarata illegale da parte dei Giudici di Pace di Cagliari, di Sassari e di Nuoro, oltre che dallo stesso Tribunale di Nuoro che, con pronuncia del mese di aprile, la ha condannata anche a restituire le somme indebitamente percepite. Non solo. Nel comunicato stampa del gestore unico, l’azione svolta da Adiconsum, ossia la tutela dei diritti dei consumatori, è oggetto di un ennesimo attacco di chiaro contenuto diffamatorio che non potrà passare inosservato e non varrà certo ad indurre l’Associazione a desistere dall’esercizio di ogni azione istituzionale utile per il perseguimento del suo fine istituzionale: la tutela dei consumatori! A tale riguardo – ha conlcuso il presidente regionale dell’associazione – una considerazione è lecita: i toni esacerbanti e diffamatori usati dal gestore nel suo comunicato, atti a ledere la credibilità di Adiconsum, rea di aver rimesso al giudizio del Tribunale la legittimità del preteso balzello, dimostrano ancora una volta la qualità del modo di operare di Abbanoa e fanno tornare alla mente le autorevoli parole del professor Paolo Savona, che proprio con riferimento all’amato gestore sardo ha posto in rilievo come “L’arroganza del monopolista pubblico è peggiore di quella del monopolista privato,” e come Abbanoa, in questo senso, sia un caso da manuale.

Dopo il successo ottenuto al Salone internazionale del libro di Torino, la Cooperativa La Memoria Storica, in collaborazione con la casa editrice La Zattera e la Libreria Mondadori di Oristano, martedì 29 agosto, alle 21.45, presso il giardino dell’Antiquarium Arborense, presenterà il libro “La danza della Farfalla”, di Pietro Marongiu. Il direttore e curatore dell’Antiquarium Arborense, Raimondo Zucca, converserà con l’autore sui temi del romanzo. Una farfalla per due storie d’amore: Nel piccolo paese di Banzos, il vecchio maestro insegnava a scrivere e a leggere. Poi, ai suoi alunni, raccontava antiche leggende che aveva ascoltato quando era ancora bambino. Raccontava anche tziu Boreddu, il vecchio pastore che aveva l’ovile sull’altopiano di Benthos, dominato dal vento e teatro in passato di una sanguinosa battaglia che il re Talo e la sua gente avevano combattuto, fino all’ultimo, contro gli uomini arrivati dal mare. Parlavano tutti, allora. Uomini colti e ignoranti perché tutti avevano un ruolo e sapevano che per tenere in vita la comunità del racconto c’era una sola via: trasmettere il proprio sapere, di generazione in generazione. Perché nulla andasse perduto, compresa la storia di quel popolo che conosceva il valore della libertà e il rispetto delle regole. La danza della farfalla ci consegna – dentro spicchi di memorie addormentate – due intense storie d’amore che si muovono parallele, attraversando i millenni. Quella di Tylo e Shaar, la dolce e sfortunata figlia del re Talo, è ambientata intorno all’ottavo secolo avanti Cristo, periodo di grande vitalità della civiltà nuragica; la seconda, quella di Marco e Aurora, è dei giorni nostri. Come sfondo un territorio suggestivo e carico di un glorioso passato. Qualcosa di magico, e di poetico, tiene insieme le due storie così apparentemente lontane. Tutto il percorso dei quattro giovani è misteriosamente tracciato da una farfalla che compare in ogni momento cruciale del romanzo, fino a diventare il suo filo conduttore. Le storie non muoiono mai, se qualcuno le racconta; i sogni ci accompagnano sempre, finché c’è vita. Gli innamorati di oggi sognano come quelli di tremila anni fa. Ma, allora come adesso, il destino può spezzare l’incantesimo. Il romanzo sarà presente dall’11 al 15 ottobre al Salone Mondiale dell’Editoria di Francoforte.

Una fotografa e designer parigina e una performer libanese sono le prime due ospiti del progetto di residenze artistiche “Spectrapolis”, che nell’arco di nove mesi porterà altri 17 artisti internazionali a Morgongiori, un paesino di 720 abitanti sul versante meridionale del Monte Arci, che non intende rassegnarsi alla condanna dello spopolamento che minaccia le zone interne. L’iniziativa è dell’associazione culturale Heuristic, che col suo progetto ha strappato il primo posto e un finanziamento di oltre 70 mila euro nella graduatoria del bando regionale “ScrabbleArt”. Gli artisti arriveranno in gran parte dalla Francia, ma anche da Spagna, Angola, Cina e Italia. Sono musicisti e cantautrici, arrangiatori e manager, ingegneri del suono e poetesse, danzatrici e danzatori, designer, fotografe e performer, videomaker, attori, light designer e altro ancora, e ognuno avrà la possibilità di creare un’opera o uno spettacolo originale che sia frutto dell’innovazione tecnologica ma anche del confronto con la cultura locale. “Un’occasione importante per il nostro paese e il nostro territorio – ha commentato il sindaco di Morgongiori, Renzo Ibba -, che non intende in alcun modo rassegnarsi alle previsioni di scomparsa del suo paese per spopolamento nel giro di 20 anni”. “L’obiettivo finale – hanno spiegato i responsabili del progetto, Stefano Casta e Alessandro Manca -, è quello di creare un centro stabile di produzione artistica, ospitando artisti e compagnie da tutto il mondo, offrendo un servizio logistico e tecnologico di alta qualità”. (Ansa).

Una ciclista di Simaxis, Gloria Mocci, 44 anni, è ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale Brotzu di Cagliari per le ferite riportate in un incidente stradale avvenuto intorno alle 8 a Santa Giusta. La donna è stata tamponata in una rotatoria, all’uscita del paese, da una Mitsubishi, condotta da un pensionato del posto, e dopo un volo di qualche metro è finita sull’asfalto battendo la testa e perdendo molto sangue. I soccorsi sono stati immediati e la donna è stata trasportata da una ambulanza del 118 al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano, dove i medici, dopo i primi accertamenti, hanno deciso il trasferimento a Cagliari.

Altro incidente stradale, questa volta alla periferia di Oristano, nei pressi dell’ex zuccherificio. Un oristanese di 37 anni, a bordo di una Golf, per cause ancora in via d’accertamento, è andato a sbattere contro un muro di blocchetti. L’uomo, ferito abbastanza seriamente, è stato soccorso dal 118 e trasportato da un’ambulanza all’ospedale San Martino di Oristano.

Oristano celebra il 65° anniversario dell’incoronazione della Beata Vergine del Rimedio, che richiama da tutta la Sardegna tantissimi fedeli. Nel Santuario, dal 29 agosto al 7 settembre, si terrà la novena, mentre l’8 settembre, giorno della festa della Natività di Maria, l’arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, presidierà la concelebrazione solenne.

Storia del Santuario:

La devozione ed il culto alla B. Vergine Maria, invocata con il titolo del Rimedio, risalgono agli inizi del sec. XIII ed è legato al fondatore dell’Ordine Trinitario, S. Giovanni de Matha, che ha sperimentato particolari interventi della Madonna in aiuto della sua opera di carità cristiana, per la redenzione degli schiavi. Quest’Ordine religioso ha sempre considerato Nostra Signora del Rimedio, come titolo primordiale ed ufficiale della propria devozione mariana. La diffusione del culto a Maria del Rimedio segue perciò le piste dell’apostolato dei Trinitari e si propaga specialmente nei paesi del Mediterraneo occidentale, Spagna, Francia Italia dove infierì più a lungo la pirateria barbaresca. Ebbe la sua culla a Roma dove, dal 1209, l’Ordine Trinitario, approvato nel 1198 da Papa Innocenzo III, stabilì la sua sede, nella zona del Celio, a San Tommaso in Formis, costruendovi un convento e un ospedale. Un episodio, storicamente documentato della devozione a N.S. del Rimedio nell’Europa cristiana del ‘500, è quello relativo a Giovanni d’Austria, il prestigioso comandante dell’armata navale che il 7 ottobre 1571, a Lepanto, fermò i Turchi decisi ad invadere il nostro Continente. Prima di veleggiare contro le forze mussulmane, vegliò nella chiesa dei Trinitari a Valenza (Spagna), invocando la protezione dalla Vergine del Rimedio, ivi venerata. Primo documento scritto che testimonia la devozione dei sardi per la Vergine del Rimedio, è quello riportato dal Can. Giovanni Spano in “Le delizie delle torture in Sardegna nel sec. XVI”. Nel 1590, un certo Nicolò Manca, originario di Sedilo, accusato di favoreggiamento, sottoposto a tortura, protesta la propria innocenza implorando: “Sa Virgine Maria de su Remediu, proite qustu a mie!”. Nella cappella gotica del duomo di Oristano (testimonianza, con quella del battistero, del transetto gotico costruito nel sec. XIII sulla Cattedrale romanica) si venera da tempi remoti una statua in pietra policroma della Vergine col Bambino, detta del Rimedio, attribuita a ignoto spagnolo del 1300. Nella seconda metà del 1600 troviamo alcune testimonianze storiche riguardanti la chiesa parrocchiale di Nuracraba, villaggio sorto probabilmente assieme a Fenughedda e Donigala in epoca medioevale e scomparso per alluvioni e pestilenze dopo il 1727. Del titolo di questa parrocchiale “sub invocation de ns. Segnora del Remey, si fa esplicita menzione nell’atto di donazione con cui il contadino nuracrabese Giovanni Pietro Dessì, il 28 marzo 1665 a onore e merito di N. S. Dio Gesù Cristo e dell’umile Vergine S. Maria, madre sua e avvocata nostra” lascia alla “chiesa parrocchiale di N.S. del Rimedio” una rendita per l’acquisto dell’olio d’oliva necessario ad alimentare perennemente la lampada dell’Eucaristia.

Il Santuario:

Nuracraba non risorse, ma la sua modesta chiesa a croce latina, forse unica costruzione risparmiata dalle inondazioni, non venne abbandonata. Ormai, era meta di pellegrini, attratti dal consolante titolo con cui la Madre del Signore era lì invocata. Sono della fine del ‘700 i primi interventi diretti alla conservazione e all’ampliamento del piccolo tempio. Nel 1806 venne eretto l’altare maggiore, pregevole opera in marmi intarsiati e policromi di bottega sardo-lombarda. Gli interventi più significativi sono della seconda metà dell’800 ad opera degli Arcivescovi Sotgiu, Serci, Zunnui e Tolu. Particolare zelo espresse l’Arcivescovo Paolo Maria Serci. Ritenendo più che un dovere del suo Ministero Pastorale, un bisogno del cuore quello di promuovere la maggiore diffusione possibile del culto verso l’Augusta Madre di Dio, frammezzo al popolo fedele, il 30 aprile 1892, emanò precise Disposizioni riguardati la chiesa del Rimedio. La chiesa, ormai indicata come Santuario, viene posta sotto la protezione di uno dei membri del Capitolo, affinché ne abbia speciale cura, e con quell’amore di cui è degna la Vergine benedetta, zeli gli interessi, il decoro e l’onore del medesimo Santuario. Il documento contiene norme riguardanti il governo del Santuario, l’amministrazione e la celebrazione della festa annuale. Il 23 aprile 1893, presente anche il Vescovo di Bisarcio, Mons. Serafino Corrias, Mons. Serci consacrò l’altare maggiore (eretto nel 1806), inaugurò la sacrestia e collocò sul rifornito trono il simulacro della Madonna. Chiaramente la nicchia in cui troneggia la Madonna è da datare 1893. Nel 1903, il campanile a vela, posto sulla destra della facciata, viene sostituito da un possente campanile, alto 16 m., in muratura, dalla robustezza e spessore richiesto dalla salda consistenza di un’opera duratura. Non durò però a lungo. Poiché insisteva al centro della navata destra, al fine di dare alla chiesa un assetto più regolare, venne demolito nel 1948 e ricostruito, nelle forme attuali, leggermente distanziato sul lato sinistro della facciata. L’attuale facciata è stata realizzata nel 1924 in sostituzione della precedente, sicuramente più dignitosa. Venne inaugurata il 19 maggio dal Card. Gaetano De Lai, presente a Oristano per presiedere il Concilio Plenario Sardo, celebrato in Duomo dal 17 al 25 maggio. Accompagnavano il Cardinale, l’Arcivescovo arborense Giorgio Maria Del Rio e gli Arcivescovi di Cagliari Ernesto Maria Piovella e di Sassari Cleto Cassani. Altro interessante e qualificante intervento si ebbe tra il luglio 1934 e il settembre 1935 quando venne ampliata la zona del presbiterio con la realizzazione dell’abside. Il presbiterio fu allungato di circa sei metri e l’altare spostato di oltre quattro metri verso l’esterno. L’opera si rese possibile per la graziosa donazione di 200 mq. di area, fatta dalla distinta Famiglia Pau di Oristano. L’Arcivescovo Giorgio Maria Del Rio, il 28 agosto 1935, ha proceduto alla ri-consacrazione dell’altare maggiore che nello spostamento, causa la separazione temporanea della mensa, perse la sua consacrazione. Fine anni ’40 e inizi anni ’50, in preparazione alla Incoronazione del Simulacro, avvenuta il 7 settembre 1952, oltre alla costruzione del nuovo campanile (1948/49), si registrano interventi riguardanti prevalentemente il presbiterio e la navata centrale. Per le pareti del presbiterio si fece ricorso a un rivestimento murario, eseguito con la tecnica del finto marmo policromo, mentre quelle del transetto e della navata centrale furono rivestite di piastrelle di marmo, recanti l’acronimo P.G.R. (per grazia ricevuta), e frammezzate longitudinalmente da strisce di marmo bardiglio scuro, con il risultato che la chiesa assunse un aspetto quasi cimiteriale. In seguito, la navata centrale sarà liberata da quei marmi per intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali. Sui pilastri dell’arco principale del presbiterio, gli stemmi del Cardinale Federico Tedeschini che ha incoronato il Simulacro della Vergine, e quello dell’Arcivescovo del tempo, Sebastiano Fraghì, ricordano lo storico evento. E’ della metà degli anni ’90, invece, la pavimentazione della grande piazza sul retro del Santuario su progetto dell’Arch. Giuseppe Margharitella, realizzato solo in parte. Negli anni 2005 e 2006 è da registrare un consistente piano di lavori tesi al recupero e conservazione dell’intero edificio sacro: rifacimento del tetto, intonaci esterni ed interni, pavimentazione delle navate laterali e della sacristia. I lavori hanno interessato anche la torre campanaria che presentava preoccupanti segni di cedimento nella parte alta. E’ di questo anno anche la realizzazione del prato verde che ha conferito decoro e dignità all’intero complesso. A coronamento di tutto, si è proceduto all’adeguamento liturgico del presbiterio, secondo le norme del Concilio Vaticano II: risanamento e nuova pavimentazione dell’intera area presbiteriale, nuovo altare, ambone e sede del presidente dell’assemblea, su progetto dell’Equipe dell’Apostolato Liturgico di Roma – Pie Discepole del Divin Maestro; il restauro dell’organo a canne 1888, della Ditta Aletti di Monza, già della Cattedrale e trasferito al Santuario negli anni ’60 dell’ultimo secolo; la realizzazione di mobili per la sacrestia e il restauro della “paratora”, unico mobile esistente, ma ormai non adeguato. Il 2 dicembre 2006, S.E Mons. Ignazio Sanna, da pochi mesi Arcivescovo arborense, ha consacrato il nuovo altare. Queste alcune delle tappe, documentate, della trasformazione della piccola parrocchiale di Nuracraba, divenuta Santuario diocesano, centro di devozione mariana di grande rilievo, non solo locale. Di altri interventi, anche rilevanti, non si possiede alcuna documentazione. La ricerca continua.

(dal sito www.madonnadelrimedio.org)

 

 

30 comments

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    • Corea on 24 agosto 2017 at 20:02
    • Rispondi

    Benissimo grande Pig. L’operato del nuovo sindaco non ha niente a che vedere con il vecchio. Sordo e, sopratutto, non vedente la realtà della città di Oristano. La Obinu lascia il tempo che trova. Ne ha combinato di tutti i colori, con un atteggiamento arrogante e indisponente, chiusa in se stessa, dentro un assessorato molto importante. Si spera che lascino lavorare bene la nuova giunta.

    • Che ce vado on 24 agosto 2017 at 20:20
    • Rispondi

    “Irregolarità e abusivismo sono la triste eredità che abbiamo raccolto – spiega l’amministratore unico di Abbanoa Alessandro Ramazzotti – di un sistema nel quale il controllo della risorsa e la correttezza contrattuale erano totalmente trascurati, generando una fascia diffusa di abusivismo che oggi si manifesta con i furti d’acqua e altra morosità”.
    Dott. Ramazzotti avete il servizio in gestione da 12 anni, mi sembrano tanti, non cercate altri colpevoli quelli sono passati ci siete voi da un bel po.

    • Rocco on 24 agosto 2017 at 20:56
    • Rispondi

    E’ proprio vero che i giornaletti locali non sanno più cosa scrivere. ll Bugiardino, la Vecchia e Leccalink fanno a gara a cercare di riesumare zombi politici che i cittadini hanno bocciato alla grande. Pig ha ragione quando suggerisce a Lutzu di non perdere tempo dietro alle cretinate di Tendas e dell’antipatica e incapace Maria Obinu, che si ostina a fare politica pur sapendo che non è una materia a lei congeniale. Lutzu deve dedicarsi a cose più importanti non alle fesserie.

    • giovane cdx on 24 agosto 2017 at 21:24
    • Rispondi

    Maria Obinu ha perso un’altra occasione per stare zitta. A volte quando parla sembra che neanche lei sappia quel che dice. Ma non si vergogna almeno un po’ dopo la smurrata che ha preso? Boh boh!

    • Sara on 24 agosto 2017 at 21:37
    • Rispondi

    Di che cosa vi meravigliate? Non era stato il grande Umberto Eco a dire che “I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”. Basta ignorarli e la questione è risolta.

    • drastico on 24 agosto 2017 at 21:50
    • Rispondi

    un vecchio detto sardo diceva: “a paraulas maccas, orijas surdas” – a parole sciocche, orecchie sorde -.

    • Spot on 25 agosto 2017 at 11:09
    • Rispondi

    Anche oggi sul Bugiardino si dà spazio a Tendasa, il peggiore sindaco che la città abbia mai avuto, per ribadire l’aria fritta. Poi ci si chiede perche davanti a una lunga serie di non notizie la gente non compra più il giornale. Lutzu fa bene ad andare coi piedi di piombo davanti a una simile boiata.

    • Gianfranco on 25 agosto 2017 at 12:33
    • Rispondi

    Come ho visto l’intervista a Tendas sull’Unione ho buttato il giornale nella spazzatura!

    • Tonino on 25 agosto 2017 at 13:05
    • Rispondi

    Mamma mia quant’è caduta in basso la categoria dei giornalisti!!! Anche io ho letto il pessimo articolo su Tendas e credo di non essere il solo a pensare che in questi ultimi giorni i giornalisti locali abbiano sul serio toccato il fondo. Forse oltre alla lingua farebbero bene a esercitare anche il cervello.

    • Francesco on 25 agosto 2017 at 16:29
    • Rispondi

    In Sardegna per Arru, Pigliaru e il Pd non c’erano professionalità all’altezza, perciò hanno deciso che c’era bisogno di uno “straniero” per distruggere la sanità in Sardegna. Dopo la scelta scellerata di Soru con la Dirindin, Pigliaru non è stato da meno. Per carità…

    • Che ce vado on 25 agosto 2017 at 20:22
    • Rispondi

    Dirindin era una spanna sopra, torna con la mente indietro e ragiona.

    • Francesco on 25 agosto 2017 at 21:12
    • Rispondi

    Capisco che possa essere un tifoso dell’increscioso periodo soriano e che la verità possa darti fastidio ma, purtroppo per te, ricordo bene quel periodo e proprio per questo sostengo, a ragion veduta, che la Dirindin all’epoca è stata sopravvalutata soprattutto dai ciechi leccaculo di Soru e di certa sinistra, contenta che i tagli portassero beneficio alle casse della Regione Sarda, senza pensare che invece stava penalizzando i servizi come mai nessuno aveva fatto prima. Chiedi ai medici sardi cosa pensano di quel periodo nefasto e poi ne riparliamo. Del periodo di Soru salvo solo il PPR di Sanna, sul quale peraltro Soru non ha messo mano.

    • drastico on 25 agosto 2017 at 21:31
    • Rispondi

    quoto francesco al 100%. dirindin per la sardegna è stata una iattura.

    • Sergio on 25 agosto 2017 at 21:45
    • Rispondi

    Ma chi se ne frega della Dirindin… Plaudo a Lutzu per la sua totale avversione a una boiata come il riordino della rete ospedaliera voluto dall’ennesimo scienziato continentale venuto in Sardegna, a colpi di migliaia di euro, per non cavare un ragno dal buco. La provincia di Oristano sarà, come sempre, penalizzata in favore della solita politica cagliaricentrica e, in parte, sassaricentrica per zittire i politici del PD del Nord Sardegna. Che schifo! Ma la provincia di Oristano ha, per caso, qualche consigliere regionale che fa parte della maggioranza? Da quanto sta succedendo non si direbbe!

    • Che ce vado on 26 agosto 2017 at 8:13
    • Rispondi

    Quando finisce il caldo ci potremo ritornare.

    • Francesco on 26 agosto 2017 at 12:01
    • Rispondi

    Mi dispiasce molto, non sapevo che il caldo ti facesse così male.

    • Che ce vado on 26 agosto 2017 at 15:26
    • Rispondi

    Io sono al fresco! Tu invece ti godi il caldo? Fai un giretto vicino al terrapieno.

    • Francesco on 26 agosto 2017 at 19:05
    • Rispondi

    Sei al fresco? E dove, a Massama? O poverino, allora mi dispiace ancora di più!

    • Che ce vado on 27 agosto 2017 at 11:07
    • Rispondi

    Sin quando ti fermi alla battuta va tutto bene quando oltrepassi ti dico basta!

    • Straccu de su PD on 27 agosto 2017 at 11:29
    • Rispondi

    La Obinu potrebbe farsi aiutare dalla Uda per smorzare la sua supponenza ed arroganza, po caridadi!!!

    • Francesco on 27 agosto 2017 at 14:14
    • Rispondi

    Steso un velo pietoso sulla permalosità di “Che ce vado”, preferisco ribadire quanto avvilente sia stata l’esperienza Soru, PPR di Sanna a parte, per la Sardegna. Mi spaventa il fatto, anche se fino a un certo punto, che un politico tanto limitato voglia riproporre la sua candidatura alla guida della Regione. E’ evidente che non gli bastano le sconfitte con un allora sconosciuto Cappellacci, nè l’aver spaccato il PD a causa della sua conduzione inutile, personalistica e dispotica, nè aver preso atto che i tempi sono cambiati e che nè lui, nè il PD tragano voti. Ho detto che la candidatura di Soru mi spaventa fino a un certo punto perchè Soru è ormai un perdente e chiuque si schiererà contro di lui vincerà le elezioni a mani basse. E questo per la Sardegna sarà un bene.

    • Giorgio M. on 27 agosto 2017 at 14:55
    • Rispondi

    Basta con i dinosauri. Di Soru Dio ce ne scampi e liberi!

    • Vittorio on 27 agosto 2017 at 18:53
    • Rispondi

    Non credo che ci sia il pericolo che Soru possa essere candidato perchè verrà fatto fuori prima nelle primarie dai giochi tra le correnti del Pd. Tra i nomi che si fanno ora per il Centrosinistra non credo sia proponibile neppure Maninchedda, che per quanto valido non ha alle spalle un partito consistente. Almeno che non si affranchi dal Pd e cerchi altre strade alternative. L’allenza col Psd’Az non basta, così come non basta un cartello unico tra tutti i partitini indipendentisti, sovranisti, ecc. Ci vuole sicuramente qualcosa di più.

    • Che ce vado on 28 agosto 2017 at 10:23
    • Rispondi

    Caro Francesco dire ad una persona “Sei al fresco? E dove, a Massama? O poverino, allora mi dispiace ancora di più!”, non è molto elegante e non si tratta di essere permalosi o meno. Informati su dove sia situato il terrapieno ad Oristano.
    Riguardati ad esempio quanti finanziamenti sono stati destinati ad Oristano in epoca Soru e confrontali con i successori.
    E’ chiaro che il tifo lo lascio ad altri e so discernere il buono e il cattivo della giunta Soru.
    Finito il ping-pong, lasciamo spazio ad altri per intervenire.

    • Giancarlo on 28 agosto 2017 at 12:02
    • Rispondi

    Che ce vado mi ha giusto anticipato. Stavo per consigliare di telefonarvi. Detto questo un pò di autoironia in questi casi non guasterebbe, perche se non è elegante il fresco a Massama non lo è altrettanto il terrapieno. Ma questi sono affari di Che e Francesco. Voglio intervenire, invece, su Soru che anche io che ho sempre votato a sinistra – quella vera e non il Pd di adesso che di sinistra non ha nulla – come tante persone avevo all’inizio sopravvalutato e che invece si è poi rivelato un politico abbastanza modesto. La fortuna di Soru è di avere avuto assessori del livello di Massimo Dadea e Gianvalerio Sanna – che non ha scelto lui ma gli sono stati imposti dai partiti- che hanno dato un’impronta alla sua legislatura, altrimenti di Soru sarebbe rimasta poca cosa. Per quanto riguarda i tanti finanziamenti a Oristano e provincia, al di là delle discussioni accademiche, sono arrivati proprio grazie all’assessore oristanese Gianvalerio Sanna. Il resto sono chiacchiere.

    • Che ce vado on 28 agosto 2017 at 15:48
    • Rispondi

    Il terrapieno è vicino alla asl e si riferisce all’ospedale e non ad altro!
    Caro GianCarlo su Gianva e Soru ti sbagli, è si vero che è stato nominato ma il dopo è frutto di una grande collaborazione.
    Il Soru attuale non mi piace.

    • Gianni on 28 agosto 2017 at 19:12
    • Rispondi

    Una domanda a Pig:
    Il direttore generale Moirano sta o no eseguendo, mettendo in pratica, le indicazioni politiche della giunta regionale sul riordino della sanità?
    E’ così o no?
    Non credo che sia suo compito prendere decisioni di tale portata.
    Il suo compito è organizzare bene quanto la politica decide.
    E’ così o no ?
    Puoi rispondere e togliere il dubbio?
    Grazie tante
    Gianni

  1. Caro Gianni, non credo di poterti dare una risposta esaustiva in proposito, anche perchè la mia opinione sull’argomento conta poco.
    Pigliaru e Arru hanno scelto Moirano perche pensano che possa risanare la sanità sarda.
    Secondo alcuni la giunta regionale ha visto bene, secondo altri si tratta solo di una pia illusione, senza considerare che, spendendo meno, avrebbero potuto trovare identiche professionalità in Sardegna.
    Credo che “prendere decisioni di tale portata” spetti alla politica, ma non è avventato ipotizzare, così come ritengono alcuni, che un suggerimento preventivo sia venuto dallo stesso Moirano.
    Dove sta, quindi, la verità? Ah saperlo.
    Cordialità, Angelo.

    • Dario on 28 agosto 2017 at 20:53
    • Rispondi

    Sul fatto che in Sardegna ci siano professionalità quantomeno dello stesso livello di Moirano non ci piove. Dobbiamo smetterla con l’importare ipotetiche eccellenze che poi si rivelano un fiasco.

    • Maurizio on 30 agosto 2017 at 12:00
    • Rispondi

    La madre di tutti i guai della Sardegna è il decadimento della classe politica!!!
    Penso che in passato non abbia mai raggiunto un così pessimo livello!

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