Giu 20

I soldi della Sardegna utilizzati per pagare i debiti dei ministeri.

La Sardegna ha bisogno di un grande piano per il lavoro che immetta denaro fresco a sostegno della crisi dei redditi che stiamo patendo. È urgentissimo farlo e farlo bene. Servono molte risorse.

Ed è la Sardegna settentrionale a registrare in modo più acuto l’effetto dell’assenza di una politica del lavoro. In uno studio commissionato dalla Fondazione di Sardegna, che utilizza dati Istat, si rileva che la disoccupazione giovanile è del 10% più alta a Sassari che a Cagliari.

Noi Sardi ogni anno veniamo privati di circa 400 milioni di euro di cosiddetti accantonamenti che lo Stato illegittimamente e impunemente sottrae alla Sardegna. Mi sono preso la briga di capire dove vadano a finire.

Un indizio lo hanno dato le statistiche della Banca d’Italia del giugno 2017. Alle pagine 5 e 6 trovate la verità delle cose in Italia: il debito delle amministrazioni pubbliche italiane ammonta a 2.270 miliardi e rotti. Poi, controllando la stessa colonnina scoprite che questo valore è cresciuto di 10 miliardi rispetto al mese precedente, di 20 miliardi rispetto all’inizio dell’anno e di 53 miliardi rispetto al dicembre del 2016.

Chi sta producendo debito aumentando il proprio fabbisogno? Risposta: le amministrazioni centrali dello Stato. Guardate le tabelle: non i Comuni o le Regioni. No, i Ministeri.

Capite a che cosa servono gli accantonamenti sardi, cioè i nostri 400 milioni di euro l’anno (ma io dico anche le regole del bilancio armonizzato)? Servono a finanziare debito pubblico italiano prodotto dalle amministrazioni centrali dello Stato.

In una società educata alla civiltà, tutto questo dovrebbe portare istituzioni e popolo a reagire duramente. E invece no, perché esiste in Sardegna – generata dai decenni pseudogloriosi dell’autonomia – più la comoda abitudine della rivendicazione ripetuta (a qualcuno piace protestare per protestare, rivendicare per rivendicare, creare lo spazio per l’intermediazione padrinesca piuttosto che lo spazio della civiltà dei diritti) che la responsabilità della costruzione di uno Stato in cui la politica compia il suo dovere di creare libertà e sviluppo e di soccorrere in forme chiare, nei momenti di crisi, l’esistenza di tutti. (Paolo Maninchedda, presidente Partito dei Sardi, www.sardegnaeliberta.it).

Molta paura ma nessun ferito e danni di lieve entità per un incendio divampato durante la notte, a Oristano,  in un appartamento di una palazzina delle case popolari di piazza Abruzzi. Le fiamme sono partite intorno alle 2 dal materasso della camera da letto di una donna peruviana, di 62 anni. Sono stati i vicini a richiedere l’intervento della Polizia e dei Vigili del Fuoco. A titolo precauzionale la palazzina è stata completamente evacuata fino a quando i pompieri non hanno spento il rogo e ristabilito le condizioni di sicurezza, mentre la peruviana è stata accompagnata in ospedale per accertamenti. Più tardi la Polizia ha svelato che dietro l’accaduto c’è stato un tentativo di suicidio e che la chiamata al 113 era è arrivata dalla figlia della peruviana, che le aveva appena confidato di volersi togliere la vita. Rimasta vedova e con problemi di natura psichiatrica, la donna ha cercato di farla finita appiccando il fuoco al materasso, ma prima ha avvisato la figlia anticipandole le sue intenzioni. Sul posto è arrivato, immediatamente, un equipaggio della Sezione Volanti  della Polizia che, ancora prima dell’arrivo dei Vigili del Fuoco, ha aperto il portoncino d’ingresso, ma è stato bloccato da un muro di fumo e fuliggine. I due agenti sono però riusciti ad entrare dalla finestra e a salvare la donna.

Le Prigioni, più quelle mentali che quelle fisiche, sono il tema ispiratore della diciannovesima edizione di Dromos Festival. Non è un caso, quindi, se uno dei tanti appuntamenti della rassegna si svolgerà all’interno dell’ex carcere di Oristano in piazza Manno, che il 6 agosto ospiterà una conferenza spettacolo sulla musica di John Cage. Il cartellone, presentato alla Cantina Contini di Cabras dal direttore artistico Salvatore Corona, spazia su generi musicali anche molto diversi e propone nomi di rilievo della scena jazzistica internazionale, come quelli del cantante statunitense fresco di Grammy Award Gregory Porter (1° agosto a Oristano) e della sua connazionale Dyane Schuur (8 a Ula Tirso). Mogoro (30 luglio) ospiterà il cantante e liutaio tunisino Dhafer Youssef, Cabras (2 agosto) la cantante cubana Daymè Arocena, Villaverde (3 agosto) le antiche melodie acustiche del quartetto Huun-Huur-Tu, che arriva dalla Repubblica di Tuva nell’Asia centrale. Ancora musica cubana, ma anche africana e latino americane a Baratili San Pietro (4 agosto) con Richard Bona e il suo Mandekan cubano e a San Vero Milis (5 agosto) con Omar Sosa e Gustavo Ovalles. A Morgongiori (6 agosto) spettacolo assicurato con I Funk Off, la prima funky marching band italiana. A Bauladu (7 agosto) il primo e unico artista italiano, Giovanni Lindo Ferretti, cofondatore dei CCCP Fedeli alla linea. Poi il trio della giovanissima Kynga Glic il 9 a Nughedu Santa Vittoria e due esponenti della jazz fusion, Stanley Jordan e Christian Galvez, a Neoneli il 10. Prima del gran finale a Nureci con la tre giorni di Mamma Blues: Lucy Woodward il 13, Eric Bibb il 14 e I brasiliani Bixiga 70 la notte di Ferragosto. Tra gli eventi collaterali spiccano le mostre “The Brig” alla Pinacoteca comunale di Oristano e Identity Bodies all’Hotel Mistral 2.

Il wifi arriva nelle piazze di Oristano e Torregrande. Il sistema verrà attivato con cinque hotspot in piazza Roma, in piazza Eleonora, in piazza Corrias, in piazza Duomo e, a Torregrande, nella piazza della torre costiera. Gli hotspot “Oristano Free” sono luoghi nei quali è presente una connessione a internet aperta al pubblico grazie alla presenza di una infrastruttura di ricetrasmissione wifi che permette l’accesso alla rete senza cavi. Il sistema, dopo una prima fase di rodaggio, è stato pienamente attivato e ha già fatto registrare oltre 1300 utenti registrati. Chiunque si trovi in una delle piazze servite dagli hotspot può accedere alla rete wifi gratuita con grande facilità: è sufficiente avere un account su uno dei social network più diffusi (Facebook, Google plus, Twitter, Linkedin o con la casella di posta elettronica).

S’Oberaiu Majiori del Gremio dei Contadini comunica il programma dei festeggiamenti in onore di di San Giovanni Battista, in programma il 23, 24 e 25 giugno, nella  chiesa de Santu Giuanni de Froris, a Oristano. Venerdì 23 giugno, alle 17.30, trasporto della bandiera. Il corteo partirà dalla casa de s’Oberaiu Majori del Gremio, Gianni Obino, in via Simeto, e si dirigerà verso la chiesa di Santu Giuanni de Froris. Alle 19, messa vespertina della vigilia. Sabato 24 giugno, solennità della natività di San Giovanni Battista, alle 7.30, la messa, mentre alle19 si terrà la santa messa solenne. Domenica 25 giugno, alle 7.30,  messa in suffragio dei soci del Gremio defunti. Alle 19, trasporto della Bandiera. Il corteo partirà dalla chiesa di Santu Giuanni de Froris e si dirigerà verso la casa del nuovo Oberaiu Majori del Gremio.

Lunedì 26 giugno scadono i termini per la presentazione delle domande di adesione al progetto del Servizio civile nazionale della Fondazione Sa Sartiglia Onlus. Quattro i posti disponibili per un progetto di 12 mesi sull’identità culturale del territorio, per promuovere il senso di appartenenza alla comunità basato sulla storia e sulle tradizioni. Il progetto dal titolo “Identità: valore su cui costruire il futuro! Una comunità culturalmente consapevole che conosce e comunica” si propone di contribuire alla conoscenza e alla promozione del proprio patrimonio culturale, attraverso la valorizzazione dei beni materiali e immateriali, con particolare attenzione per gli elementi identitari, che consentono di attivare e rafforzare nelle persone il senso di appartenenza alla comunità locale, in vista della costruzione di una prospettiva culturale e turistica sostenibile. Possono presentare domanda i cittadini italiani che abbiano compiuto il diciottesimo e non superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni). Le domande dovranno essere presentate entro il 26 giugno 2017 alla Fondazione Sa Sartiglia Onlus utilizzando i moduli disponibili sul sito www.sartiglia.info. Le domande possono essere presentate esclusivamente con Posta Elettronica Certificata (Pec), a mezzo “raccomandata A/R” all’indirizzo Fondazione Sa Sartiglia Onlus – Casella Postale 33 OR Centro – 09170 Oristano, oppure consegnate a mano presso gli uffici della Fondazione Sa Sartiglia Onlus, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14, presso l’Hospitalis Sancti Antoni (Centro Culturale Sant’Antonio ex Asilo Infantile) con ingresso in via Sant’Antonio e in via Cagliari n. 157, telefono 0783302481. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile nazionale.

Antonio Gramsci, politico, filosofo, scrittore, critico letterario, quando doveva indicare la sua professione, si definiva “giornalista”. E, di fatto, il giornalismo l’ha praticato davvero con la pubblicazione di centinaia di articoli (almeno 1.500) su molte testate. A cominciare dall’Unione Sarda e poi su L’Unità, L’Avanti, L’Ordine Nuovo, La città futura e su riviste italiane e straniere. Sull’attività giornalistica del grande pensatore è stato pubblicato di recente un importante volume, curato da Gian Luca Corradi (introduzione di Luciano Canfora e postfazione di Giorgio Frasca Polara), che contiene alcune interessanti e attualissime riflessioni di Antonio Gramsci sul giornalismo. Su questi temi la Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci, l’Ordine dei giornalisti della Sardegna e l’Associazione della Stampa sarda hanno organizzato una tavola rotonda dal titolo “Dal nostro inviato Antonio Gramsci”, che sì svolgerà sabato 24 giugno, alle 18, a Ghilarza, presso la Torre aragonese. Parteciperanno Giorgio Macciotta, presidente della Fondazione casa Gramsci; Giorgio Frasca Polara, già redattore parlamentare dell’Unità e portavoce di Nilde Jotti durante la sua presidenza della Camera; Costantino Cossu, responsabile delle pagine culturali della Nuova Sardegna; Giancarlo Ghirra, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Celestino Tabasso, presidente dell’Associazione della Stampa sarda; Francesco Birocchi, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna.

E’ stata firmata, presso l’Unità operativa di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano, la convenzione tra l’Ats-Assl Oristano e l’Associazione sarda traumi cranici onlus (Astco), per l’attivazione presso lo stesso reparto di uno sportello d’ascolto e informazione mirato a offrire supporto ai familiari dei pazienti che hanno subito una grave lesione cerebrale.  A siglare l’accordo sono stati il direttore della Ats-Assl Oristano, Mariano Meloni, il direttore del reparto di Neuroriabilitazione, Andrea Montis, e la rappresentante dell’Astco, Maria Deiana. “Un modello – ha affermato Meloni – che nasce da una collaborazione virtuosa fra pubblico e privato per offrire ai pazienti una presa in carico a 360 gradi, che dia risposte sanitarie, ma anche sociali”.  L’infopoint, operativo una volta al mese a partire dal prossimo 8 luglio, sarà gestito dai volontari Astco qualificati (familiari di persone con gravi cerebrolesioni acquisite in primo luogo, ma anche educatori, assistenti sociali, infermieri della riabilitazione). Si tratterà dell’unico punto di assistenza e orientamento in Sardegna per le famiglie dei pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite, famiglie che si trovano spesso impreparate e sole a fronteggiare, in maniera improvvisa, il pesante carico emotivo e assistenziale della disabilità del proprio parente.  Accanto alla riabilitazione fisica e psicologica, per i soggetti che subiscono una grave lesione cerebrale è altrettanto importante un ritorno alla vita sociale e professionale. “I pazienti spesso presentano difficoltà motorie, cognitive, comportamentali tali da determinare disabilità che li allontanano dal posto di lavoro o percorso di studio precedente al trauma. Studi recenti mostrano che solo il 40% di loro ritornano a lavorare e che per permettere che il disabile abbia una partecipazione elevata nelle attività lavorative e sociali è determinante la presenza di interventi riabilitativi e strategie di inclusione nel contesto di vita – ha osservato Andrea Montis -. Lo sportello d’ascolto presenta due vantaggi: offre un sostegno fra pari, da parte di chi ha già vissuto la stessa esperienza, e garantisce un continuum di cura dopo le dimissioni del paziente che, una volta uscito dall’ospedale, continua a ricercare risposte a bisogni non più strettamente sanitari, ma sociali”. “Una volta usciti dalla “bolla” dell’ospedale, in cui il paziente e i suoi familiari vivono una situazione protetta – ha spiegato Maria Deiana – è necessario riprendere in mano la propria vita, e il nostro sportello li sosterrà, aiutandoli ad alleviare il disorientamento che segue un evento traumatico e guidandoli nel reinserimento lavorativo, sociale, scolastico e familiare dei pazienti”.  Il servizio di ascolto e consulenza offerto gratuitamente dai volontari Astco funzionerà, in questo senso, da anello di congiunzione tra il sistema sanitario e quello sociale, e arricchirà l’offerta dell’Unità operativa di Neuroriabilitazione, chiamata a curare gli aspetti clinici e sanitari della riabilitazione.  Il servizio sarà attivo da sabato 8 luglio, dalle 10.30 alle 13, ogni secondo sabato del mese. Si potrà accedere allo sportello sia su appuntamento, chiamando i numeri 340.3585736-338.2229057 il martedì, giovedì e venerdì, dalle ore 16 alle 20, sia recandosi direttamente all’infopoint, presso il reparto di Neuroriabilitazione (Ospedale San Martino Oristano, piano terra, corpo M, adiacente al servizio di Farmacia), nei giorni ed orari di apertura. Oltre allo sportello, sarà anche possibile ricevere consulenze telefoniche sulle problematiche legate alle gravi cerebrolesioni acquisite, chiamando i numeri sopra indicati. Al servizio possono accedere gratuitamente non solo le persone ricoverate, ma tutti i pazienti già dimessi e/o i loro familiari che hanno bisogno di supporto e assistenza.

L’Unità Operativa di Neuroriabilitazione:

Il reparto di Neuroriabilitazione dell’ospedale San Martino di Oristano, attivo dal 2016, è uno dei due centri di riferimento regionali, accanto all’azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, per il trattamento delle gravi cerebrolesioni acquisite. L’Unità Operativa, dotata di 10 posti letto, prende in carico i pazienti che, in seguito a traumi cranici, ictus o altre patologie, hanno subito severi danni cerebrali, con conseguente stato di coma ed alterazioni delle funzioni motorie, cognitive e comportamentali e li sottopone a programmi riabilitativi personalizzati, con l’ausilio di un team costituito da diverse figure (medico, fisioterapista, infermiere, operatore socio-sanitario, logopedista, terapista occupazionale, psicologo, educatore, assistente sociale) e di attrezzature e software studiati per favorire il recupero fisico e cognitivo. L’Unità operativa ha ricoverato dall’inizio dell’attività 37 pazienti in degenza ordinaria e 5 in day hospital; il tasso di occupazione dei posti letto è del 100% dall’inizio dell’anno e i ricoverati provengono da tutte le aree della Sardegna con prevalenza dal centro nord regione (il 30% proviene dalla ASSL di Oristano), la degenza media è di circa 60 giorni. In Sardegna mediamente si stimano circa 90 pazienti con severo trauma cranico, a cui si sommano quelli colpiti da ictus grave, per un totale di circa 200 pazienti all’anno che necessitano di cure neuroriabilitative.

L’Associazione sarda traumi cronici onlus (Atsco):

L’Associazione sarda traumi cronici onlus (Atsco) è un’associazione senza fine di lucro che opera in tutta la Sardegna, fondata nel 2000 ad Alghero da un gruppo di operatori sanitari e di familiari di pazienti che hanno subito un trauma cranico, con l’obiettivo di agevolare l’informazione, il sostegno e il reinserimento sociale di persone affette da lesioni cerebrali post traumatiche o acquisite. L’associazione si propone anche di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e in particolare i giovani, attraverso interventi nelle scuole, sulle necessità e sulle problematiche delle persone colpite da trauma cranico, aiutando così da prevenire i comportamenti a rischio, che sono i maggiori responsabili del trauma cranico in età giovanile. Inoltre, l’Atsco collabora con le strutture sanitarie per evidenziare i bisogni dei pazienti e completare la risposta socio-sanitaria, in un’ottica di raccordo e integrazione. L’Atsco fa parte della Federazione nazionale associazione trauma cranico, che dal 2005 unisce 25 associazioni regionali italiane sul trauma cranico.

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