Giu 13

Oristano, foglio di via per tre napoletani.

Il Questore di Oristano, Giovanni Aliquò, ha emesso il foglio di via obbligatorio nei confronti di tre pregiudicati  napoletani, con l’ordine di rientrare nel proprio domicilio. Ai tre è vietato, per tre anni, di fermarsi a Oristano.

Gli agenti della Questura, recentemente,  avevano ricevuto notizie su alcuni individui sospetti che operavano in provincia di  Oristano e, in particolare, a Cabras, Terralba e Oristano. La scusa era quella di vendere merce varia, ma il “giro di affari” insignificante e la mancanza di una licenza di vendita ambulante lasciava presagire ben altro.

I tre napoletani, di 36, 40 e 48 anni, che hanno numerosi precedenti penali per truffa in danno di persone anziane,  non sono riusciti a fornire un valido motivo della loro presenza, visto che non esercitavano nessuna attività, nè avevano dei rapporti familiari che giustificassero in qualche modo la loro permanenza in provincia di Oristano.

A carico del napoletano di 40 anni, inoltre, gli agenti hanno scoperto che esisteva un provvedimento della magistratura che lo obbliga a dimorare nel comune di Napoli. Dell’inosservanza del provvedimento è stata informata l’autorità giudiziaria.

Un senegalese senza fissa dimora, sprovvisto di passaporto e di permesso di soggiorno, è stato espulso dal territorio nazionale. Lo ha disposto il Prefetto di Oristano, Giuseppe Guetta, che ha intimato al senegalese di lasciare l’Italia entro 7 giorni. In caso di mancata osservanza del provvedimento del Prefetto, il senegalese sarà fermato e accompagnato presso un Centro di identificazione ed espulsione, in attesa di essere  rimpatriato.

Nuovo atto intimidatorio nei confronti di amministratori locali in Sardegna. La scorsa notte è stato preso di mira il vicesindaco di Seneghe, Sandra Mancosu, che è anche assessore alla Pubblica Istruzione. Ignoti hanno dato fuoco alla sua auto. Le fiamme si sono comunque spente da sole dopo aver danneggiato una ruota e la parte anteriore del mezzo. A scoprire il fatto è stata la stessa Mancosu che lo ha subito denunciato ai Carabinieri del paese. I militari hanno avviato le indagini per risalire agli autori del gesto.

“Fatto grave al comune di Oristano. Nella  piazza Eleonora, all’ingresso del Municipio,  intorno alle ore 16, dei vigili urbani in divisa, accompagnati da alcuni operai, hanno tolto e portato via le bandiere e lo striscione dell’Usb che avevano messo le lavoratrici e lavoratori in stato di agitazione”. Questa l’accusa di Luca Locci, del sindacato Usb. “Non sappiamo con l’autorizzazione di chi e quali siano le motivazioni di tale atto intimidatorio nei confronti dei dipendenti – ha detto Locci-. Quello che è accaduto è un fatto grave, prhè l’amministrazione, sindaco e dirigenti erano informati delle forme di protesta. Quindi non si capiscono, né si conoscono le motivazioni per cui abbiano portato alla rimozione delle bandiere e dello striscione. L’ Usb, l’Unione sindacale di base, continuerà la battaglia a fianco alle lavoratrici e ai lavoratori del comune di Oristano per il rinnovo del contratto decentrato e di certo non abbasseremo la guardia”.

“È un po’ prematuro fare l’analisi del voto, perché i dati non sono stabilizzati, ma alcune tendenze sono visibili. Nelle realtà rurali eravamo già forti e ci rafforziamo ancora con nuovi consiglieri comunali e nuovi sindaci (vedi la conferma di Girasole, gli eletti a Badesi e Ozieri, la grande vittoria a Tresnuraghes etc.). Nelle realtà urbane siamo diventati una forza politica strutturata, in grado di superare i fatidici sbarramenti che tutti quelli che odiano la diversità di pensiero inventano per risolvere la differenza con la forza. A Selargius cresciamo di 7 volte rispetto all’unico risultato precedente, quello delle regionali: passiamo da circa l’1% a circa il 7%.
A Oristano abbiamo fatto un miracolo: abbiamo costruito una posizione politica che è stata riconosciuta e premiata dagli elettori. Non una posizione per differenza dai due poli del centrosinistra e del centrodestra, ma una posizione con valori e programmi propri: una posizione europeista, liberaldemocratica, solidaristica ma non assistenzialistica, una posizione nazionale sarda pluralistica. Vincenzo Pecoraro ha ottenuto con una campagna elettorale cortissima un risultato storico. Il dato di partito conferma la nostra presenza in città e dice che siamo presenti per le nostre idee, dice che siamo un dato stabile non un fatto temporaneo.
Tutte insieme queste cose trasmettono una sicurezza: non siamo più un partito solo dell’interno della Sardegna: siamo un partito nazionale sardo, radicato anche in area urbana. Non siamo più un partito prigioniero del 3%; siamo un partito capace di fare la differenza e di vivere anche solo sulle proprie gambe. Siamo in grado di reggere una dura competizione elettorale difendendo la nostra bandiera: siamo un partito indipendentista che è anche e soprattutto così robusto da essere elettoralmente indipendente, se fosse costretto a dimostrarlo. Siamo però un partito che vuole creare una grande alleanza dell’area progressista e liberaldemocratica: non parliamo male di nessuno, non guardiamo agli insuccessi degli altri, proponiamo unità e fraternità. Il problema non sono i sardi che la pensano diversamente da noi, il problema è lo stato confusionale della Repubblica italiana che ci sta soffocando. Ci piacciono le cose difficili: ci piace dimostrare che sappiamo affrontarle e superarle”. (Paolo Maninchedda, presidente Partito dei Sardi).

Domenico Gallus (Fi) ha sostituito in consiglio reginale Oscr Cherchi (Fi), ma il consiglio si è nuovamente diviso. Come accaduto per la contestazione della causa di ineleggibilità per Emanuele Cera, primo dei non eletti, l’assemblea si è spaccata sulla votazione per l’ingresso di Gallus. A favore della sostituzione hanno votato 29 consiglieri, 11 quelli contrari e 3 gli astenuti. Subito dopo la votazione, avvenuta a scrutinio segreto, Gallus ha giurato.

“I sindaci della Sardegna non approveranno mai atti aziendali che tagliano nelle aree deboli senza vedere, prima, l’abbattimento della spesa farmaceutica, la soppressione dei reparti doppione dentro gli stessi ospedali, la retrocessione di primariati dati per affiliazione politica, le assunzioni interinali che durano da diversi lustri, il ricorso alle chilometriche liste d’attesa pubbliche per travasare i guadagni negli studi medici privati”. Questo il passaggio decisivo della lettera che il presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, ha inviato al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore alla Sanità, Luigi Arru, sulla riforma della rete sanitaria e ospedaliera. Nel vertice della settimana scorsa, la maggioranza aveva raggiunto l’intesa di accelerare sulla rete ospedaliera per giungere all’approvazione in commissione entro il 31 luglio, per poi sbarcare in aula prima della pausa estiva. Nel frattempo, anche i direttori generali hanno cinquanta giorni per redigere gli atti aziendali, che dovranno essere coerenti con la rete ospedaliera che nel frattempo prenderà forma in commissione Sanità e che sicuramente modificherà la proposta iniziale della giunta. Ma i sindaci mettono paletti chiari e mandano un messaggio chiaro alla coalizione di governo: “Anci Sardegna si schiera, senza se e senza ma, a fianco di quelle amministrazioni e comunità che stanno combattendo per garantire il diritto alla salute dei propri cittadini – ha scritto Deiana -. I sindaci e gli amministratori sono i primi a volere abbattuti gli sprechi, gli intollerabili privilegi, i doppioni, le assunzioni clientelari che nella sanità sarda sono state fatte nei decenni e che l’hanno ridotta praticamente sul lastrico”.

 

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